Pensioni anticipate e Quota 100: uscita complicata per le donne

Le nuove pensioni flessibili tramite la quota 100 sono in dirittura d’arrivo, ma per molte lavoratrici raggiungere i vincoli richiesti sarà molto difficile. Così, le donne rischiano di risultare ancora una volta tra le più penalizzate nell’accesso alla misura.

Pensioni anticipate e Quota 100: uscita complicata per le donne

L’attesa sull’avvio dei pensionamenti anticipati tramite quota 100 finirà probabilmente entro il termine nella nuova settimana, con l’approvazione del decreto legge sul pacchetto pensioni da parte del Governo, ma nonostante ciò resta ancora molto da fare nel campo previdenziale.

La stessa quota 100, ad esempio, resta ancora piuttosto difficile da raggiungere per come è stata impostata, visto che i parametri d’ingresso partono dai 62 anni di età e dai 38 anni di contribuzione. Una situazione che diventa ancora più evidente se si parla della platea di genere femminile, che normalmente sconta carriere discontinue e lunghi periodi di attività part time (dove i contributi contano meno di un anno per ogni effettiva annualità lavorativa coperta da versamenti).

Quota 100: per le donne la media dei versamenti è di 25 anni

La situazione emerge chiaramente quando si effettua un’analisi sull’anzianità contributiva media per le lavoratrici: il dato arriva infatti a conteggiare circa 25 anni di versamenti. Sufficienti per poter ottenere l’assegno di vecchiaia a partire dai 67 anni, ma molto distanti dai 38 anni di contribuzione necessari per poter accedere alla quota 100.

La distanza appare ancora più ingiusta se si considera che spesso le lavoratrici hanno dovuto passare al part time o interrompere la propria attività in virtù delle attività di cura in famiglia e non certo per libera scelta, di fatto subendo la discontinuità della propria carriera. E non appare quindi un caso che l’accesso alle uscite anticipate previste nel nostro ordinamento è guadagnato in oltre il 77% dei casi da uomini.

D’altra parte, con una media di 25 anni di contributi si resta escluse anche dalle uscite anticipate tramite opzione donna ed ovviamente dalla pensione anticipata della legge Fornero. L’unica strada percorribile, previa valutazione di tutti i requisiti, è l’APE volontaria. Un’opzione disponibile entro la fine del 2019 e che apre le porte della quiescenza dai 63 anni di età fermando il requisito dell’anzianità contributiva a 20 anni, ma ponendo un vincolo sull’importo minimo dell’assegno maturato non inferiore ad 1,4 volte il trattamento minimo Inps.

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