Pensioni anticipate e Quota 100: ricompare il divieto di cumulo con il lavoro

I lavoratori che decideranno di dare seguito alla nuova pensione anticipata tramite quota 100 si troveranno costretti ad interrompere ogni attività lavorativa fino alla maturazione dei requisiti di accesso all’uscita di vecchiaia.

Pensioni anticipate e Quota 100: ricompare il divieto di cumulo con il lavoro

Gli ultimi dati in arrivo dall’Inps in merito alla quota 100 mettono in risalto l’interesse dei lavoratori rispetto alla nuova opzione di flessibilità. Le rilevazioni evidenziano, infatti, quasi 30mila richieste di uscita a meno di due settimane dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo provvedimento.

Il prepensionamento diventa possibile a partire dai 62 anni di età e dai 38 anni di contributi, consentendo nel migliore dei casi di lasciare il lavoro con un massimo di cinque anni di anticipo, ma chiede anche delle rinunce ai futuri pensionati. Da un lato si percepirà un assegno inferiore rispetto alla quiescenza ordinaria, in virtù della minore contribuzione, dall’altro si dovrà rispettare il divieto di cumulo rispetto ad eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo.

Come funziona il divieto di cumulo

Dal punto di vista pratico, i dettagli riguardanti il divieto di cumulo vengono evidenziati all’interno della circolare dell’Inps numero 11 del 2019, con la quale si approfondiscono i risvolti tecnici della nuova opzione di pensionamento. Nel testo si specifica, innanzitutto, che durante il periodo di anticipo il lavoratore perde la possibilità di proseguire la propria attività lavorativa o di iniziarne una nuova.

Per coloro che dovessero trasgredire al divieto, si configurerà la sospensione dell’erogazione dell’assegno da parte dell’Inps fino a quando non si ripristinerà la situazione di diritto. Il divieto di cumulo si estende fino ai 67 anni di età, pertanto corrisponderà al massimo a cinque anni, così come avviene per l’anticipo pensionistico, e riguarda tanto i redditi da lavoro dipendente quanto quelli da attività autonoma.

Restano escluse le cosiddette prestazioni occasionali che rientrano nel limite dei 5mila euro lordi annui, comportando una ritenuta Irpef del 20%. Da notare che in nessun caso è possibile effettuare ulteriori versamenti contributivi presso l’Inps; pertanto con la quota 100 si rinuncia definitivamente alla possibilità di integrare la propria pensione per tutta la durata dell’anticipo.

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