Pensioni anticipate e Quota 100: per le PMI c’è il nodo riguardante i costi del TFR

Le nuove pensioni flessibili tramite la quota 100 potrebbero comportare costi importanti per le Piccole e medie imprese: le stime parlano di aggravi fino ad un miliardo di euro per il TFR dei pensionandi.

Pensioni anticipate e Quota 100: per le PMI c’è il nodo riguardante i costi del TFR

Il tema della flessibilità previdenziale e delle nuove opzioni di uscita anticipata dal lavoro potrebbe comportare implicazioni pesanti per la tenuta dei conti delle PMI italiane. Le ultime stime in merito ai pre-pensionamenti di circa 66mila lavoratori vedono, infatti, impennarsi le uscite per i pagamenti anticipati delle liquidazioni, posto che il capitolo è ovviamente al centro di una programmazione attenta nella maggior parte delle imprese.

Così, appare chiaro che se migliaia di lavoratori dovessero effettivamente decidere di lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai criteri disponibili fino allo scorso anno, molte aziende potrebbero risultare spiazzate sul versante del trattamento di fine rapporto. I numeri, in tal senso, sono certamente rilevanti: sono infatti circa 100mila i soggetti potenzialmente coinvolti nell’anticipo per l’anno 2019, di cui 36mila impiegati in grandi aziende e la parte restante nelle PMI (il dato non tiene in considerazione le uscite del pubblico impiego).

Per il TFR della Quota 100 stimati fino a un miliardo di costi in più

Stante la situazione appena descritta, la relazione tecnica allegata al decreto legge con la quale sono decollate le nuove pensioni anticipate tramite la quota 100 individua per la precisione 102mila lavoratori del settore privato che nel 2019 matureranno i requisiti del meccanismo di prepensionamento.

Se tutti decidessero di dare seguito all’opzione, il costo al lordo delle trattenute fiscali corrisponderebbe a 585 milioni di euro per la tesoreria dell’Inps (posto che l’Istituto di previdenza pubblica raccolga il trattamento di fine rapporto connesso ai lavoratori delle grandi aziende). Mentre per gli altri 66mila addetti alle PMI si stimano liquidazioni per circa un miliardo di euro.

Il dato evidentemente è prudenziale, ma risulta al netto di coloro che hanno deciso di destinare il TFR ad un fondo di previdenza complementare (circa il 15% dei lavoratori). Oltre a ciò, le stime non tengono conto del trattamento eventualmente maturato prima del 2007 e non riscattato in anticipo. Per fare un confronto di merito, è possibile evidenziare che nel settore pubblico il problema rimane contenuto dal fatto che il Trattamento di Fine Servizio resta comunque legato al raggiungimento dei requisiti di pensionamento previsti con la legge Fornero, mentre eventuali anticipi vengono erogati per mezzo di un prestito bancario.

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