Pensioni anticipate e Quota 100, l’ipotesi Salvini: rinnovare il provvedimento nel 2022

Sulle pensioni flessibili tramite quota 100 si moltiplicano le prese di posizione. Per Salvini (Lega) il rinnovo dell’opzione nel 2022 risulta a costo zero.

Pensioni anticipate e Quota 100, l’ipotesi Salvini: rinnovare il provvedimento nel 2022

Le pensioni continuano a restare al centro del dibattito politico. Dopo lo stop alla quota 100 deciso dal governo arriva la replica del leader della Lega Matteo Salvini, da sempre sostenitore della misura di flessibilità. D’altra parte, senza ulteriori proroghe o nuovi interventi di apertura dei criteri di quiescenza moltissimi lavoratori rischiano di tornare ai requisiti ordinari previsti con la legge Fornero.

Questo significherebbe dover attendere i 67 anni di età (con almeno 20 anni di contribuzione), oppure in alternativa i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (un anno in meno per le donne). Troppo per tanti lavoratori che tramite la quota 100 potevano guadagnare fino a 5 anni di anticipo nell’accesso all’Inps. Ricordiamo che l’opzione risulta valida fino al 31 dicembre 2021 e permette l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età, con almeno 38 anni di versamenti.

Riforma pensioni, per Salvini l’ultima cosa da fare è aumentare l’età pensionabile

Stante la situazione, l’esponente leghista ha chiarito che “l’ultima cosa da fare è aumentare l’età pensionabile” in un momento come quello attuale. A pesare sulla questione non ci sarebbe solo il prolungamento del periodo lavorativo per chi ora vede avvicinarsi la meta del pensionamento. Un impatto indiretto si verificherebbe anche sul mercato del lavoro, dove molti giovani faticano a trovare il primo impiego.

Il rinnovo della quota 100 nel 2022 dovrebbe servire anche per favorire il ricambio generazionale. Oltre a ciò, secondo Salvini risulterebbe a costo zero. D’altra parte, i critici mettono in evidenza che l’opzione da sola non basta a garantire una vera flessibilità nell’accesso alla pensione. A fare da freno sono, in particolare, i 38 anni di versamenti minimi. Si tratta di un vincolo che risulta facilmente accessibile solo da coloro che hanno avuto una carriera lavorativa non discontinua.

Con una proroga della quota 100 i lavoratori più fragili, così come molte donne, rischiano quindi di restare al di fuori della flessibilità previdenziale. Appare chiaro così che il termine dell’opzione senza una misura alternativa davvero valida di accesso anticipato alla pensione rappresenta uno scenario ancora più penalizzante.

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