Pensioni anticipate e Quota 100: ecco per chi sarà possibile uscire dai 59 anni

Le nuove pensioni flessibili tramite quota 100 partiranno dai 62 anni di età, ma tramite i fondi di solidarietà i datori di lavoro potranno avviare le fuoriuscite dal lavoro con tre ulteriori anni di anticipo.

Pensioni anticipate e Quota 100: ecco per chi sarà possibile uscire dai 59 anni

Grazie ai fondi di solidarietà si prospetta la possibilità di un ulteriore scivolo triennale per i lavoratori in grado di accedere alla nuova pensione anticipata tramite la quota 100. Con la legge di bilancio 2019 si avvia infatti l’opzione di prepensionamento disponibile a partire dai 62 anni di età e 38 anni di contribuzione, ma l’ulteriore scappatoia si concretizza attraverso le misure accessorie finalizzate al riavvio del turn over.

A livello di fondi, il legislatore ha previsto il finanziamento della quota 100 con 3,9 miliardi di euro per il 2019, ma al comma 256 si spiega che l’accantonamento potrà servire anche per scopi di incentivo rispetto all’assunzione di giovani, oltre che per prevedere modalità accessorie di uscita agevolata dal lavoro. La formula sarebbe finalizzata a non trasformare i nuovi meccanismi di quiescenza in forme assistenziali pure, ma piuttosto in strumenti in grado di supportare il ricambio generazionale.

Ricorso ai fondi di solidarietà e scivolo triennale

Stante la situazione appena delineata, appare chiaro che il ricorso ai fondi di solidarietà risulta inevitabile nel caso in cui sia necessario sostenere prepensionamenti al di sotto dei 60 anni di età. Questo perché le risorse risultano piuttosto scarse già rispetto alla platea potenziale di coloro che desiderano ottenere il prepensionamento dai 62 anni di età. Le stime parlano infatti di circa 315mila lavoratori potenzialmente interessati (con un coinvolgimento di oltre 1,3 milioni di famiglie).

In questo contesto, i fondi di solidarietà settoriali si ritrovano come un ulteriore possibilità all’interno delle bozze più recenti riguardanti le uscite flessibili con la quota 100. Avrebbero inoltre il vantaggio di coinvolgere anche i sindacati, favorendo percorsi di crescita dei giovani oltre che di accompagnamento alla pensione per chi si trova in età avanzata e difficilmente riuscirebbe a trovare un nuovo impiego.

Secondo le ultime stime, si potrebbe quindi fare leva su questi ulteriori fondi per consentire un ulteriore flessibilità triennale rispetto alla quota 100, portando appunto l’accesso anticipato alla quiescenza a 59 anni di età e con 35 anni di versamenti (purché si arrivi contestualmente ad un accordo con le parti sociali). Si tratta di una prospettiva certamente interessante, anche se non tutti potranno beneficiarne, visto che il presupposto è la presenza di un fondo di solidarietà di categoria nella propria azienda.

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