Pensioni anticipate e Quota 100: ecco le date di uscita per i dipendenti pubblici e privati

La riforma delle pensioni è ormai in corso di attuazione, mentre si profilano due diverse date di uscita per i primi lavoratori pubblici e privati che utilizzeranno la flessibilità previdenziale tramite la nuova quota 100.

Pensioni anticipate e Quota 100: ecco le date di uscita per i dipendenti pubblici e privati

La conferma in arrivo dal Premier, Giuseppe Conte, sulla prossima discussione del Decreto riguardante il pacchetto di riforma del settore previdenziale porta a conclusione le ultime discussioni in merito ai dettagli tecnici delle nuove pensioni anticipate tramite la quota 100 e orienta la tematica verso gli aspetti più applicativi della misura. L’impostazione generale del nuovo meccanismo di prepensionamento è ormai chiara, mentre l’Inps si sta preparando a predisporre la ricezione delle prime domande dei lavoratori.

Dal punto di vista pratico, è già noto che vi saranno delle finestre di uscita differenti rispetto alla specifica situazione del singolo lavoratore, soprattutto per quanto concerne il paragone tra coloro che sono impiegati nella P.A. rispetto al settore privato. Le esigenze di assicurare la continuità dei servizi di pubblica utilità hanno infatti comportato da parte del legislatore la creazione di due diverse date di uscita dal lavoro.

Come cambiano le date di uscita nel pubblico e nel privato

Stante la situazione appena descritta, per i dipendenti pubblici che riusciranno a maturare in tempo utile i requisiti previsti dalla legge (raggiungendo cioè almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione) risulterà necessaria una comunicazione di preavviso di 6 mesi al fine di aderire alla nuova opzione. In questo caso infatti, la prima finestra utile si apre al primo luglio del 2019, mentre per il personale scolastico la scadenza si sposta a settembre, vista la necessità di far corrispondere l’uscita con il calendario della scuola.

Sul pubblico impiego pesa anche la questione del trattamento di fine servizio, stante che le attuali regole di pagamento della liquidazione rischiano di produrre attese lunghe fino ad 8 anni per coloro che dovessero ottenere il massimo anticipo. Il Governo sta studiando una soluzione legata ad un prestito ponte tramite un accordo con l’ABI, ma i sindacati esprimono perplessità sull’operazione (soprattutto perché gli interessi passivi sarebbero a carico dei lavoratori).

Diversa invece la situazione dei lavoratori statali. Chi riuscirà a maturare i requisiti anagrafici e contributivi potrà infatti rientrare nella prima finestra, prevista in questo caso al mese di aprile 2019. Per entrambi i casi è opportuna una valutazione di convenienza con il patronato, se non altro rispetto all’importo del futuro assegno e considerando che la quota 100 prevede un vincolo ostativo alla possibilità di proseguire l’attività lavorativa o di ottenere altri redditi da lavoro (se non nel limite di 5mila euro annue per prestazioni occasionali).

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