Pensioni anticipate e Quota 100: ecco come uscire dal lavoro da aprile 2019 a partire dai 59 anni

La bozza del decreto sul pacchetto pensioni chiarisce i punti chiave ed i requisiti necessari per lasciare il lavoro su base volontaria a 62 anni di età e 38 anni di contribuzione (oppure dai 59 anni con l’aiuto dei fondi di solidarietà).

Pensioni anticipate e Quota 100: ecco come uscire dal lavoro da aprile 2019 a partire dai 59 anni

Con l’ultima bozza del decreto legge sulla riforma delle pensioni avviata dal Governo si chiariscono definitivamente i requisiti utili di accesso all’Inps con la quota 100, mentre trova conferma anche l’inaspettata opzione di prepensionamento a partire dai 59 anni di età e 35 anni di contribuzione (ma solo per chi dovesse fruire dei fondi di solidarietà).

Il dato chiave che emerge a livello collettivo è invece rappresentato dalla platea dei potenziali destinatari stimata in 315mila persone; un numero che però, nelle espresse stime del Governo, rappresenta un tetto massimo piuttosto che un computo preciso di quanti saranno gli aderenti. La nuova opzione di quiescenza prevede infatti la maturazione di un assegno più basso rispetto a quanto non si percepirebbe con le attuali regole della legge Fornero, oltre al vincolo dell’incompatibilità con altre attività lavorative che, pertanto, dovrà essere vagliata con attenzione dai potenziali richiedenti.

Riforma pensioni e Quota 100: nuovi dettagli nell’ultima bozza del decreto

Per quanto concerne i criteri ordinari di quiescenza tramite la nuova Quota 100, sarà possibile uscire dal lavoro a partire dai 62 anni di età e 38 anni di contribuzione, mentre un ulteriore triennio massimo di anticipo potrà concretizzarsi nei casi in cui datori di lavoro e sindacati trovino un accordo per far intervenire i già citati fondi di solidarietà. In quest’ultimo particolare scenario, all’impresa spetterà anche l’obbligo di continuare a versare i contributi presso l’Inps, mentre il fondo erogherà un assegno straordinario fino al raggiungimento del primo emolumento ad opera dell’istituto previdenziale.

Da notare anche che l’articolo 14 della bozza del decreto precisa la natura sperimentale della misura, che si manterrà quindi in corso di validità dal 2019 al 2021. Allo stesso tempo, il provvedimento sarà soggetto agli eventuali nuovi scatti e aumenti dovuti all’adeguamento per l’aspettativa di vita, pertanto il lavoratore dovrà tenere presente che i requisiti potrebbero crescere leggermente al rialzo in futuro.

In merito invece alla decorrenza, i lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre del 2018 e che faranno richiesta in tempo utile potranno ricevere la pensione a partire dal primo aprile 2019, mentre per i lavoratori della pubblica amministrazione la prima data utile è spostata al prossimo primo luglio (in modo da garantire la continuità del servizio nella PA).

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