Pensioni anticipate e Quota 100: ecco come potrebbe funzionare

Dopo l’incontro tra il Premier Conte e i Commissari UE emergono nuovi dettagli sulle pensioni anticipate tramite la quota 100: si va verso una sperimentazione triennale.

Pensioni anticipate e Quota 100: ecco come potrebbe funzionare

Il nuovo meccanismo di pensionamento anticipato tramite la quota 100 non sarà regolato sulla base di una graduatoria d’accesso, ma dovrà comunque essere soggetto a dei vincoli di stampo economico legati ai budget stanziati. Il dettaglio emerge come una conferma dopo l’incontro tra il Premier Conte ed i Commissari dell’Unione Europea e funzionerà da garanzia aggiuntiva rispetto alla tenuta dei conti pubblici.

Restano invece confermate le finestre di uscita su base trimestrale, che potrebbero passare alla natura semestrale proprio nel caso in cui si attivi la clausola di salvaguardia relativa alle coperture. D’altra parte, secondo le ultime stime tecniche con le regole previste nella Manovra il ricorso all’opzione di prepensionamento non dovrebbe comunque superare l’80% della platea potenziale, seppure la media delle adesioni dovrebbe risultare ancora più bassa.

Quota 100 in via sperimentale dal prossimo triennio

Entrando nel merito degli ultimi dettagli operativi giunti riguardo la nuova misura, il provvedimento sarà accessibile in senso sperimentale per il prossimo triennio a tutti coloro che matureranno i requisiti di accesso al termine del 2018. Ricordiamo che i criteri prevedono di aver raggiunto almeno i 62 anni di età ed i 38 anni di contribuzione.

Sulla misura risulterà operativo anche un secondo vincolo, che riguarda la non cumulabilità con eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo (mentre risulta possibile ricevere compensi occasionali entro il limite massimo di 5mila euro l’anno). Da notare che proprio questo paletto dovrebbe agire da deterrente per molti lavoratori, che perderebbero così la possibilità di rimanere attivi sul lavoro (un dettaglio che è stato criticato visto l’indirizzo contrario all’invecchiamento attivo).

Con i nuovi criteri, si dovrebbe quindi giungere ad un risparmio comprensivo di almeno un miliardo e mezzo di euro (cifra che sale fino a 3,5 miliardi di euro se si considera l’impatto delle nuove ipotesi sul reddito di cittadinanza). Quanto basta per far avvicinare la soglia del rapporto tra deficit e pil vicino al 2%. Una mossa che secondo l’esecutivo potrebbe essere decisiva nella partita con l’Europa.

Continua a leggere su Fidelity News