Pensioni anticipate e Quota 100: dal TFS può arrivare una spinta importante per il PIL

Il nodo della liquidazione per gli statali che chiederanno le pensioni anticipate tramite la quota 100 continua a restare al centro del dibattito politico: per il Governo il prestito ponte collegato al TFS aiuterà il Pil a crescere.

Pensioni anticipate e Quota 100: dal TFS può arrivare una spinta importante per il PIL

Dalla constatazione di un problema ad un’opportunità di crescita del Pil. È questa l’ipotesi sulla quale sta lavorando il Governo in merito alla questione del Trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici che chiederanno il pensionamento anticipato tramite la quota 100, con ingresso nell’Inps a partire dai 62 anni di età e dai 38 anni di contribuzione.

La questione riguarda in modo specifico la pubblica amministrazione, visto che le regole di pagamento della liquidazione per i dipendenti statali ne legano l’erogazione alla maturazione dei criteri decisi con la legge Fornero del 2011. Questo significa che i lavoratori dovranno necessariamente maturare i criteri dell’uscita di anzianità (42 anni e 10 mesi di lavoro indipendentemente dall’età, un anno in meno per le donne) oppure di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contribuzione).

Come funzionerà l’anticipo della liquidazione nella PA con il prestito ponte

Nello specifico e considerando il quadro normativo appena esposto, alcuni lavoratori della pubblica amministrazione che daranno seguito alla quota 100 potrebbero trovarsi a dover attendere fino ad 8 anni prima di poter ricevere tutto il trattamento di fine servizio maturato durante la propria carriera.

Per questo motivo, il Governo ha pensato un meccanismo legato al sistema bancario, con il quale il neo pensionato del settore pubblico potrà chiedere un anticipo della liquidazione fino a 30mila euro. In questo modo, si ridurrà il gap che esiste rispetto ai pensionati del settore privato, ma si riuscirà a garantire anche un importante stimolo alla crescita economica.

D’altra parte, la bontà della soluzione viene sottolineata anche dallo stesso Sottosegretario Massimo Garavaglia, il quale parla di “uno stimolo all’economia pari a più di 0,2 punti di Pil nel 2019” e corrispondente a circa 5 miliardi di euro per l’anno in corso, che si aggiunge agli effetti anticiclici degli altri provvedimenti già inseriti nella legge di bilancio.

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