Pensioni anticipate e Quota 100: con gli ultimi dati Inps domande ancora in calo

Le ultime proiezioni in arrivo dall’Inps sul numero di richieste d’accesso alla pensione anticipata tramite la quota 100 stimano al 6 settembre circa 176mila richieste. Poche le domande giunte durante l’estate.

Pensioni anticipate e Quota 100: con gli ultimi dati Inps domande ancora in calo

Arrivano nuovi aggiornamenti in merito alle richieste di accesso alla pensione anticipata tramite quota 100 e in particolare alle domande ricevute durante l’estate. L’opzione ha rappresentato uno dei provvedimenti chiave dello scorso governo ed è in corso di validità dal 2019, permettendo l’accesso alla quiescenza a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione. Il tutto a patto però di accettare la non cumulabilità con altri redditi da lavoro dipendente o autonomo.

A tal proposito, l’Inps ha pubblicato i dati aggiornati allo scorso 6 settembre 2019, aiutando così a diramare alcuni dubbi riguardo la portata dell’iniziativa ed a costruire un quadro preciso della situazione. Complessivamente si sono registrate finora circa 176mila domande, delle quali 34mila sono state inviate dai lavoratori durante gli ultimi tre mesi. Nella pratica, questo significa che mediamente giugno, luglio e agosto hanno prodotto un flusso di appena 10mila richieste mensili.

La differenza è evidente soprattutto se si effettua il confronto con i primi mesi di funzionamento dell’opzione. Basti pensare che nel solo febbraio 2019 l’Inps ha ricevuto circa 77mila richieste di accesso, con un rallentamento progressivo nei mesi successivi che ha portato a ridurre fortemente il flusso di pratiche pervenute all’Inps.

Pensioni anticipate: con la quota 100 in calo emergono risparmi importanti per le casse pubbliche

Se il progressivo rallentamento delle richieste di accesso alla quota 100 ha prodotto un restringimento della platea degli utilizzatori rispetto alle stime iniziali, questo fenomeno ha concretizzato anche un importante risvolto per il bilancio pubblico (ed in particolare per quello dell’Inps). 

Le stime iniziali sulle quali il legislatore ha predisposto le coperture parlavano infatti di circa 290mila beneficiari nel primo anno di utilizzo, pertanto alla fine del 2019 sono attesi risparmi importanti. Lo stesso potrebbe avvenire anche nel corso del 2020, quando le proiezioni iniziali stimavano circa 8 miliardi di spesa (mentre oggi si ipotizzano risparmi per 4 miliardi di euro). Un tesoretto che potrebbe risultare fondamentale sia per consolidare altre opzioni di flessibilità previdenziale, quanto per sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva.

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