Pensioni anticipate e proroga opzione donna: porte aperte anche per le nate nel 1960

La nuova proroga delle uscite anticipate tramite opzione donna garantirà la flessibilità previdenziale anche alle lavoratrici nate nel 1960, ma resta il taglio sull’assegno dovuto al ricalcolo contributivo.

Pensioni anticipate e proroga opzione donna: porte aperte anche per le nate nel 1960

L’arrivo del decreto legge sul cosiddetto “pacchetto pensioni” porta a novità importanti per le lavoratrici che desiderano fruire del nuovo pensionamento anticipato tramite la proroga dell’opzione donna. Il provvedimento consente infatti l’uscita dal lavoro con 58 anni di età (un anno in più se autonome), purché si siano maturati almeno 35 anni di carriera entro la fine del 2018.

Il rinnovo dell’opzione non percorrerà quindi gli stessi requisiti già disponibili in precedenza, visto che con la prima versione era possibile ottenere la quiescenza già dai 57 anni di età (58 anni per le autonome), fermo restando i 35 anni di contribuzione. Questo perché il regime in precedenza era disponibile per tutte le nate entro il 1958 (1957 se autonome), purché si fosse perfezionata l’anzianità di carriera al 31 dicembre 2015.

Proroga opzione donna 2019, ecco cosa prevede il nuovo decreto

Il nuovo decreto prevede la possibilità di esercitare l’opzione donna per chi matura i requisiti al 31 dicembre 2018, includendo quindi anche le nate al 31 dicembre 1960 (un anno prima per le autonome). Resta inoltre esclusa l’applicazione dell’adeguamento all’aspettativa di vita, mentre permane in funzione il cosiddetto meccanismo delle finestre mobili, già valido per la precedente versione.

Questo significa che le richiedenti non riceveranno subito l’assegno una volta che la domanda verrà accolta, ma dovranno attendere 12 mesi nel caso di coloro che hanno effettuato versamenti come dipendenti o 18 mesi per chi ha contributi inquadrabili anche come lavoro autonomo.

Un’ultima sottolineatura deve essere invece rivolta alla procedura con cui viene calcolata la pensione. Infatti, l’opzione donna prevede espressamente il ricalcolo contributivo del futuro assegno, pertanto le lavoratrici che decideranno di ottenere la quiescenza anticipata dando seguito a questo regime dovranno fare fronte ad una decurtazione piuttosto importante del futuro emolumento. La pensione si riduce al diminuire dell’età per via dei coefficienti di rivalutazione del montante più bassi, pertanto effettuare delle attente valutazioni sarà un passaggio obbligato per chi pensa di aderire alla proroga della misura.

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