Pensioni anticipate e Opzione Donna: i sindacati chiedono la proroga e il ripristino dei 57 anni

Dopo il tavolo tra governo e sindacati emergono nuovi dettagli sulle pensioni: le parti sociali chiedono d'intervenire anche sul requisito anagrafico dell’opzione donna.

Pensioni anticipate e Opzione Donna: i sindacati chiedono la proroga e il ripristino dei 57 anni

La proroga dell’Opzione Donna è una delle misure in discussione nel nuovo confronto in essere tra governo e sindacati, con nuove conferme al riguardo arrivate proprio nelle ultime ore. Secondo le ultime prese di posizione in arrivo dalle parti sociali, i rappresentanti delle lavoratrici chiedono di trasformare in senso strutturale l’opzione fino a scadenza. Al momento resta probabile sono un rinnovo, ma la proroga annuale viene vista come un passaggio intermedio rispetto all’obiettivo finale.

Sul punto si è espresso nelle scorse ore anche il Segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga. In un comunicato diffuso dal sindacato dopo il termine dell’incontro si evidenzia infatti che “rispetto a Opzione Donna abbiamo chiesto di ripristinare il requisito anagrafico di 57 anni a fronte degli attuali 58″.

Si tratta di una richiesta importante e che se fosse accolta garantirebbe un allargamento della platea delle lavoratrici coinvolte rispetto all’impostazione attuale della misura, che ha visto crescere nel tempo il vincolo anagrafico per l’accesso all’Opzione Donna (mantenendo inalterato quello di tipo contributivo).

Pensioni anticipate e Opzione Donna: come funziona attualmente la misura di uscita dal lavoro

L’Opzione Donna è stata introdotta con la Legge Maroni 243/04 e ripresa successivamente con proroghe a tempo. Attualmente è possibile ottenere l’accesso alla misura maturando almeno 58 anni di età (59 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti. Tali requisiti devono essere raggiunti entro il 31 dicembre 2019. Il meccanismo di prepensionamento prevede inoltre il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno e una finestra mobile di 12 mesi dalla maturazione del diritto (18 mesi per le autonome).

La proroga annuale consentirebbe di estendere il provvedimento anche alle lavoratrici che maturano i requisiti di accesso al termine del 2020. Una eventuale ritorno del requisito anagrafico a 57 anni, se attuato, potrebbe inoltre produrre un ulteriore allargamento della platea delle potenziali beneficiarie.

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