Sulle pensioni anticipate si sta giocando una partita importante per il governo, ma il nostro sistema previdenziale continua a presentare molte differenze tra chi è inserito nel cosiddetto sistema retributivo – misto e chi invece rientra nel cosiddetto contributivo puro. In questo ultimo caso si parla di quei lavoratori che hanno iniziato a versare all’Inps a partire dal 1° gennaio 1996.
Per questa platea le regole di accesso all’ente pubblico di previdenza sono leggermente più flessibili, ma c’è un vincolo importante nell’assegno minimo da maturare. Oltre a ciò, bisogna ricordare anche che la maturazione della pensione vede applicare un calcolo dell’importo certamente più penalizzante, visto che di fatto si trasforma il montante accumulato tramite i cosiddetti coefficienti di conversione.
Oltre a ciò, attualmente non viene prevista nessuna integrazione al minimo. La richiesta di una pensione di garanzia anche per questi lavoratori viene discussa da tempo tra governo e sindacati. Tanto che tra le ipotesi in corso di studio c’è l’avvio di un fondo strutturale finalizzato proprio ad adeguare gli assegni più bassi dei contributivi puri.
Pensioni anticipate dai 64 anni: perché il calcolo dell’assegno è fondamentale per uscire prima dal lavoro
Proprio il calcolo del futuro assegno appare fondamentale per coloro che sono inseriti nel sistema contributivo puro e che desiderano anticipare di qualche anno l’uscita dal lavoro rispetto ai criteri ordinari della pensione di vecchiaia. Questi prevedono attualmente l’accesso alla quiescenza a partire dai 67 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti. La legge Fornero prevede però una scappatoia.
Possono infatti ottenere il prepensionamento con 64 anni di età e 20 anni di contribuzione anche tutti gli iscritti al sistema contributivo che maturano un assegno uguale o superiore a 2,8 la minima Inps. Si tratta di una soglia piuttosto difficile da raggiungere soprattutto per chi ha avuto stipendi bassi o lavori discontinui, se si considera che l’importo deve corrispondere a circa 1200 euro al mese. In alternativa, i contributivi hanno anche l’opzione di pensionamento con appena 5 anni di versamenti, ma attendendo la maturazione dei 71 anni di età.