Pensioni anticipate dai 63 anni di età o con la quota 41: la Uil conferma la sostenibilità delle misure

I sindacati chiedono al governo di riavviare la riforma del settore previdenziale. Sulla discussione pesa il tema delle risorse, ma per la Uil sono sostenibili grazie al meccanismo di calcolo del sistema contributivo.

Pensioni anticipate dai 63 anni di età o con la quota 41: la Uil conferma la sostenibilità delle misure

Le pensioni anticipate continuano a restare in fase di stallo. Il governo Draghi sembra aver accantonato al momento ogni ipotesi di riforma del settore, per dare precedenza al tema degli ammortizzatori sociali. Sul comparto del lavoro pesa la drammatica situazione dettata dalla diffusione del coronavirus. Ma la pandemia ha avuto un pesante impatto anche sulla sostenibilità dei fondi pubblici.

Proprio il tema delle risorse sembra essere uno dei principali motivi di distanza tra esecutivo e sindacati. Negli ultimi giorni è intervenuto al riguardo il Segretario Confederale della Uil Domenico Proietti, responsabile delle politiche previdenziali e fiscali. Il sindacalista è tornato a chiedere la ripartenza dei tavoli di confronto con il Ministero del Lavoro, specificando le richieste già avanzate dalla piattaforma sindacale.

Riforma pensioni: per il post quota 100 serve pensare alle uscite anticipate per tutti

In particolare, secondo Proietti la fine della quota 100 rischia di provocare conseguenze importanti se non si interverrà adeguatamente. L’esponente della Uil ricorda che i lavoratori esclusi potrebbero trovarsi di fronte a uno scalone lungo fino a 5 anni, in virtù del ripristino dei requisiti ordinari di quiescenza previsti dalla legge Fornero. Al fine di evitare questa situazione, risulta quindi indispensabile garantire a tutti i lavoratori la possibilità di ottenere un’uscita dal lavoro dai 63 anni di età.

Il riferimento va ad esempio all’estensione dell’APE sociale, in scadenza (come la quota 100) al prossimo 31 dicembre 2021. Quest’ultima va quindi resa strutturale, allargando la platea dei beneficiari. Oltre a ciò, è indispensabile anche pensare ai cosiddetti lavoratori precoci. Si tratta di persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che rischiano di trovarsi tagliati fuori dall’assegno previdenziale fino all’età avanzata per via della rigidità delle regole di accesso all’Inps.

Per queste persone, è indispensabile avviare la quota 41 per tutti. Il disegno di riforma deve quindi puntare a garantire una flessibilità diffusa, tenendo conto della gravosità e usurabilità di alcune specifiche tipologie di lavoro. In linea generale, resta la progressiva adozione del calcolo contributivo per tutti i lavoratori come meccanismo di compensazione dei costi dovuti agli accessi anticipati all’Inps. Dalla Uil si ricorda che questo particolare meccanismo permette già di avviare l’Inps verso l’equilibrio e la sostenibilità dei conti nonostante i prepensionamenti.

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