Pensioni anticipate con Quota 100 e Reddito di cittadinanza: ecco come funzioneranno

Nel 2019 partiranno le nuove pensioni anticipate tramite la quota 100 ed il reddito di cittadinanza: i primi assegni arriveranno a partire dal mese di aprile, ecco i dettagli conosciuti ad oggi sulle due misure.

Pensioni anticipate con Quota 100 e Reddito di cittadinanza: ecco come funzioneranno

Manca ormai solo l’approvazione della legge di bilancio 2019 per far decollare i due provvedimenti chiave del contratto di Governo giallo – verde, ovvero l’avvio del superamento della legge Fornero tramite la quota 100 ed il reddito di cittadinanza. Partendo dalla prima misura, il meccanismo prevede una revisione al ribasso delle risorse che dovrebbe comunque garantire una sufficiente copertura nel corso del prossimo triennio.

Gli stanziamenti corrispondono infatti a 4,7 miliardi di euro per il 2019 e salgono ad 8 miliardi nel 2020, tornando infine a 7 miliardi nel 2021. Oltre a questa soglia non si dovrebbe proseguire, visto che l’intenzione manifestata dal Governo è di garantire le uscite flessibili dal lavoro avviando la quota 41 per tutti, coinvolgendo così anche i lavoratori precoci (che attualmente non riescono a beneficiare della nuova quota per il vincolo anagrafico).

L’accesso al provvedimento è garantito su base volontaria per chi matura almeno 62 anni di età e 38 anni di versamenti, ma con un paletto legato all’impossibilità di cumulare l’assegno con altri redditi (escluse le attività occasionali per un massimo di 5mila euro l’anno). Vi saranno poi delle finestre di accesso trimestrali che salgono inizialmente a sei mesi nella pubblica amministrazione.

Il parametro ISEE

Anche il reddito di cittadinanza si conferma tra le misure in arrivo il prossimo anno grazie alla nuova legge di bilancio. I dettagli riguardanti il provvedimento registrano una riduzione delle coperture, così come avvenuto per la quota 100. Quest’ultime scenderanno dai 9 miliardi di euro annunciati inizialmente a poco più di 7 miliardi di euro, di cui un miliardo destinato alla riforma ed alla modernizzazione dei centri per l’impiego.

Di particolare interesse per i potenziali richiedenti sono invece i parametri da conseguire per poter ottenere il diritto alla percezione dell’assegno. Per dimostrare la situazione di bisogno sarà fondamentale infatti ricorrere all’ISEE, certificando così un valore inferiore alle 9mila euro. Una parte importante nel calcolo la giocherà il conto in banca, che non dovrà risultare superiore alle 5mila euro, mentre la proprietà della prima casa produrrà una riduzione dell’assegno di circa 250 euro (mentre una seconda casa ne comporterà con ogni probabilità l’esclusione).

Infine, il percettore dovrà dimostrare di cercare attivamente un nuovo lavoro: un’attività rispetto alla quale sarà affiancato proprio dal personale dei centri dell’impiego. Mentre per circa 8 ore a settimana dovrà dedicarsi ad attività di pubblica utilità presso il proprio Comune di residenza.

Continua a leggere su Fidelity News