Pensioni anticipate, con la RITA possibile l’uscita dai 57 anni di età: ecco cos’è e come funziona

Oltre la quota 100 e l’APE sociale, c’è un altro meccanismo di accesso alla pensione che in alcuni casi consente di uscire dal lavoro con un anticipo persino decennale. Si tratta della RITA, una misura che passa dalla previdenza integrativa.

Pensioni anticipate, con la RITA possibile l’uscita dai 57 anni di età: ecco cos’è e come funziona

Nel marasma delle innumerevoli opzioni di uscita dal lavoro attualmente esistenti nel comparto pubblico ce n’è una che si appoggia alla previdenza integrativa e che permette di ottenere ai beneficiari la maggiore flessibilità possibile, portando in alcuni casi gli anni di anticipo rispetto ai criteri di quiescenza ordinari fino ad un decennio. 

Si tratta della cosiddetta R.I.T.A., ovvero la rendita integrativa temporanea anticipata dei fondi pensione. Il provvedimento (rispetto alle altre opzioni attualmente disponibili o in fase di discussione) ha il vantaggio di essere inteso come strutturale, pertanto può rappresentare un vero e proprio salvagente anche per chi teme la perdita del proprio posto di lavoro nel medio termine. Il meccanismo di tutela infatti sarà disponibile anche nel corso del 2020 e degli anni successivi.

Pensioni anticipate: come funziona la RITA ed a chi è rivolta

Nella pratica, la RITA consente due diverse opzioni di uscita per chi ha cessato l’attività lavorativa. La prima prevede un anticipo massimo di 10 anni rispetto all’età della pensione di vecchiaia (fissata attualmente a 67 anni). Al contempo bisognerà però aver maturato almeno 24 mesi di inoccupazione (avendo quindi terminato gli altri sussidi e benefici di legge) e 5 anni di anzianità presso il fondo pensione.

Una seconda opzione prevede invece la maturazione di almeno 62 anni di età e 5 anni di anzianità presso il fondo. In questo caso specifico la cessazione dell’attività lavorativa può essere contestuale alla richiesta, ma serve certificare la presenza di almeno 20 anni di versamenti presso l’Inps o un’altra contribuzione obbligatoria.

L’erogazione della rendita avviene inoltre con un importante beneficio fiscale, visto che viene applicata la fiscalità agevolata prevista in caso di effettivo pensionamento (con un’aliquota che va da un massimo del 15% ad un minimo del 9%). Resta inoltre possibile l’opzione di passare la rendita nella dichiarazione ordinaria, qualora questa risulti maggiormente conveniente al contribuente.

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