Pensioni anticipate 2020, via libera alle pratiche per l’Opzione Donna: ecco i requisiti

L’Inps annuncia attraverso un nuove messaggio l’ok all’invio della pratiche di accesso alla pensione anticipata tramite opzione donna. Si esce dal lavoro dai 58 anni, ma con penalizzazioni pesanti.

Pensioni anticipate 2020, via libera alle pratiche per l’Opzione Donna: ecco i requisiti

Dall’Istituto pubblico di previdenza arrivano importanti novità in merito al meccanismo di pensionamento anticipato legato all’Opzione Donna. Con un recente messaggio pubblicato sul proprio portale, l’ente ha infatti dato il via libera alla proroga prevista all’interno della legge di bilancio 2020, estendendo di fatto la platea di riferimento che può usufruire del beneficio.

La nuova Opzione Donna consente quindi l’uscita dal lavoro a tutte coloro che hanno maturato i requisiti di accesso previsti dalla legge entro e non oltre il 31 dicembre del 2019. Rientrano nel perimetro della misura le lavoratrici che hanno raggiunto almeno i 58 anni di età (oppure 59 anni nel caso delle autonome) e 35 anni di versamenti, purché accettino il ricalcolo del proprio assegno secondo il sistema contributivo puro.

Quest’ultimo comporta una penalizzazione crescente al diminuire dell’età, in virtù dell’applicazione dei coefficienti di conversione in rendita al montante effettivamente accumulato. Il meccanismo tiene infatti conto dell’aspettativa di vita, offrendo un assegno più basso a coloro che su base attuariale lo percepiranno più a lungo.

Pensioni anticipate e opzione donna: restano le finestre di attesa per l’accesso

Alla penalizzazione dovuta al ricalcolo con il sistema contributivo puro si unisce anche l’applicazione delle finestre di accesso, che comportano un’attesa di almeno 12 mensilità. L’attesa si estende infatti a 18 mesi in caso di versamenti effettuati come lavoratrice autonoma. Le domande relative a coloro che sono impiegate nella scuola (tramite la richiesta di cessazione del servizio) andranno presentate entro e non oltre il 28 febbraio 2020.

Tenendo anche conto delle finestre di attesa (soprattutto per coloro che hanno oltrepassato la soglia dei 60 anni di età), conviene verificare con attenzione presso il proprio patronato di fiducia se non esistano altre opzioni di quiescenza più favorevoli e maturabili nel breve termine. La penalizzazione dell’assegno può arrivare infatti a pesare anche il 20 o il 30% nei casi peggiori.

Continua a leggere su Fidelity News