Con l’arrivo del mese di settembre si stringerà il cerchio sugli interventi di riforma del settore previdenziale e in particolare sulle misure in scadenza al termine del 2020. Nelle prossime settimane governo tornerà infatti a incontrarsi con i sindacati per valutare gli interventi più urgenti da inserire nella manovra di fine anno e tra questi figura proprio l’APE sociale.
Il meccanismo di quiescenza anticipata (senza costi per i lavoratori che possiedono i requisiti di legge) non prevede alcun tipo di penalizzazione nel futuro assegno e garantisce un reddito ponte fino alla maturazione dei criteri ordinari di accesso alla pensione di vecchiaia, attualmente fissati a 67 anni di età con almeno 20 anni di anzianità contributiva.
L’opzione risulta però in scadenza al prossimo dicembre e per poter continuare a garantire un aiuto ai lavoratori in difficoltà in età avanzata necessità di un rifinanziamento finalizzato a garantirne la proroga anche nel corso del 2021. D’altra parte, la prosecuzione della misura resta molto attesa, anche considerando l’inevitabile acuirsi del disagio sociale dovuto alla crisi economica seguita all’emergenza Coronavirus, motivo per il quale si punta a un rifinanziamento all’interno della nuova legge di bilancio.
Pensione anticipata con APE sociale nel 2021: ecco chi potrebbe beneficiarne
Nel caso in cui l’APE sociale fosse rifinanziata con gli stessi parametri attuali, potrebbe garantire l’accesso alla pensione anticipata a tutti i lavoratori che avranno compiuto almeno 63 anni entro il 31 dicembre del 2021 e che contemporaneamente rientrano nei quattro profili previsti dalla legge, avendo maturato contemporaneamente dai 30 ai 36 anni di versamenti.Tra i beneficiari con 30 anni di contributi figurano i disoccupati che hanno esaurito da almeno tre mesi la Naspi o un altro sussidio di disoccupazione, gli invalidi civili con percentuale maggiore al 74% e i caregivers.
Coloro che hanno almeno 36 anni di versamenti possono beneficiare dell’APE sociale se hanno svolto un’attività gravosa per almeno sei anni negli ultimi sette anni (oppure per almeno sette anni negli ultimi dieci). L’anticipo pensionistico garantisce attualmente un’indennità di massimo 1500 euro al mese per 12 mensilità fino alla maturazione della pensione di vecchiaia. Trattandosi di un’indennità non è prevista l’erogazione della tredicesima o quattordicesima mensilità.