Pensioni: 9 assegni su 10 hanno minore potere d’acquisto

Una nuova ricerca realizzata dalla Fondazione Di Vittorio e da Tecnè per la Cgil mette in evidenza la preoccupazione dei pensionati: il 90% pensa di aver perso il proprio potere d’acquisto e solo il 3% crede di averlo mantenuto.

Pensioni: 9 assegni su 10 hanno minore potere d’acquisto

Dai sindacati arriva un nuovo allarme rispetto alla condizione dei pensionati ed alla possibilità di mantenere un adeguato potere di acquisto durante la vecchiaia. L’evidenza in arrivo dalla ricerca dimostra tutta la preoccupazione di chi basa il proprio sostentamento economico sull’assegno in arrivo dall’Inps.

Secondo quanto emerso da una recente ricerca intitolata “i sogni e i bisogni dei pensionati”, più del 90% dei soggetti intervistati pensa di aver perso in questi anni almeno una parte del proprio potere di acquisto. In particolare, i dati evidenziano la sensazione di una perdita ingente per il 59,1% dei pensionati e di una perdita abbastanza consistente per il 32,5%.

Interessanti anche le risposte relative ai criteri che andrebbero adottati per incrementare gli assegni previdenziali. A tal proposito, secondo il 39,3% degli intervistati dovrebbe sussistere una relazione diretta rispetto ai contributi versati. Il 28,85 chiede invece che gli aumenti risultino uguali per tutti, mentre il 23,3% suggerisce l’applicazione di aumenti graduali al crescere dell’importo della pensione.

Tra le maggiori preoccupazioni emerse c’è anche il peso dell’imposizione fiscale sugli assegni previdenziali

Un altro punto importante emerso dalla ricerca riguarda invece il peso delle imposte sull’erogazione degli assegni previdenziali. A tal proposito, il 43,4% pensa che tale onere sia identico a quello applicato alle altre tipologie di reddito, mentre il 38,4% pensa che quest’ultimo risulti più alto sulle pensioni. Appena il 10% considera l’imposizione fiscale sugli assegni pensionistici più bassa rispetto a quella generale.

Infine, un ultimo aspetto riguarda le abitudini dei pensionati per quanto concerne il ritiro dell’assegno. In questo senso, solo il 14,8% ritira ancora la propria pensione facendo ricorso ai contanti. Il 43,7% incassa invece l’emolumento sul proprio conto corrente bancario, mentre il 38,9% fa ricorso al conto corrente postale. Complessivamente, i dati emersi fotografano una situazione dei pensionati da aggiornare rispetto al pensiero comune.

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