Pensioni 2022: Proietti (Uil) chiede l’uscita dai 62 anni

Sulla riforma delle pensioni il segretario confederale Uil chiede l’uscita per tutti dai 62 anni di età, esprimendo la propria contrarietà rispetto alla quota 102.

Pensioni 2022: Proietti (Uil) chiede l’uscita dai 62 anni

Le pensioni anticipate tramite quota 102 continuano a restare nel mirino dei sindacati, dopo che nelle scorse ore è emersa l’ipotesi da parte del governo come base di partenza per la riforma del settore. Ora la questione giungerà sul tavolo di discussione in essere tra esecutivo e sindacati, ma rispetto al punto si anticipa una dialettica accesa.

I sindacati hanno ribadito la propria contrarietà all’approvazione di proposte con requisiti al ribasso, dopo la fine della sperimentazione della quota 100. In questo senso vanno interpretate anche le ultime dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri dal segretario confederale della Uil Domenico Proietti, secondo il quale “la quota 102 è una beffa”.

Ancora peggio sarebbe la soluzione prospettata a partire dal 2023. “L’annunciata quota 104, fra due anni, diventa un vero e proprio sfotto per milioni di lavoratori italiani” si legge all’interno di una nota stampa diramata sul sito della Uil, nella sezione dedicata alla previdenza. Emerge quindi tutta la contrarietà del sindacato, mentre ormai mancano poco più di due mesi dalla fine della sperimentazione.

Proietti (Uil) sulle pensioni anticipate tramite quota 102: fondamentale una flessibilità generalizzata

In base ai rilievi in arrivo dall’Unione italiana del lavoro, la platea interessata potenzialmente dalla quota 102 resterebbe comunque fortemente limitata. Si tratterebbe, infatti, di poche migliaia di persone. Proietti sottolinea che “dopo quota 100 è necessario introdurre una vera flessibilità di accesso alla pensione”.

Le proposte avanzate ormai da tempo dalla piattaforma chiedono di garantire dal 2022 una pensione anticipata diffusa a partire dai 62 anni di età, “utilizzando l’ottimo lavoro svolto dalla commissione istituzionale sui lavori gravosi”.  Ma sul piatto pesano i vincoli dettati dalle esigenze di bilancio, anche considerando il riverbero della pandemia sui conti pubblici. Appare in ogni caso evidente che le ultime proposte di area governativa restano distanti dalle richieste iniziali dei sindacati.

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