Pensioni 2021, ultime settimane per la riforma: uscite dai 58, 59 e 63 anni, ecco cosa cambia per i lavoratori

Con l’approvazione della legge di bilancio si delineano nuovi interventi sulle pensioni, al via la proroga dell’opzione donna e dell’APE sociale. Confermata la quota 100 fino al 31 dicembre 2021.

Pensioni 2021, ultime settimane per la riforma: uscite dai 58, 59 e 63 anni, ecco cosa cambia per i lavoratori

Nelle prossime settimane la riforma delle pensioni entrerà nel vivo attraverso la discussione della legge di bilancio 2021. L’impianto normativo dovrà necessariamente essere approvato entro il termine del 2020 e porterà importanti novità e aggiornamenti per coloro che vivono condizioni lavorative di disagio in età avanzata. In particolare, lo schema inviato dal governo all’attenzione dei parlamentari prevede l’estensione delle pensioni anticipate tramite opzione donna e ape sociale.

Resta inoltre confermato che non vi sarà alcun intervento correttivo riguardo la quota 100 nel corso del prossimo anno. L’opzione sarà disponibile in via sperimentale ancora per 12 mesi e consentirà l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età con almeno 38 anni di contribuzione, senza l’applicazione di alcuna penalizzazione (ma con l’obbligo di non produrre ulteriori redditi da lavoro dipendente o autonomo).

Pensioni anticipate e legge di bilancio 2021: verso la proroga di opzione donna e APE sociale

Nel corso del dibattito parlamentare si affronterà quindi il tema della proroga delle pensioni anticipate tramite opzione donna e ape sociale. Nel primo caso è possibile ottenere l’uscita dal lavoro a partire dai 58 anni di età (59 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti, accettando però il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.

Diverso il caso dell’APE sociale, che richiede almeno 63 anni di età e 30-36 anni di versamenti, in base alla specifica situazione di disagio evidenziata dal legislatore. Sul punto molti lavoratori si attendono una possibile estensione della platea, richiesta anche dai sindacati e riguardante gli impieghi sottoposti a maggior rischio sanitario per via dell’epidemia da coronavirus. Rispetto alle ultime indiscrezioni un tale intervento resta però complicato da attuare per via delle coperture da reperire.

Infine, tra le richieste sindacali figurano anche l’estensione della platea dei lavoratori che potranno accedere all’isopensione e l’avvio di una pensione di garanzia in favore dei giovani che rientrano nel sistema contributivo puro. In quest’ultimo caso la misura potrebbero però slittare a una più ampia riforma in avvio solo a partire dal 2022.

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