Pensioni 2020, l’Inps fissa minimali e massimali: ecco gli importi da considerare

Anche per il nuovo anno l’Inps ha fissato gli importi relativi ai minimi ed ai massimi contributivi. Le informazioni sono utili per capire quale soglia permette l’accredito di 52 settimane al fine di maturare l’anzianità per l’ingresso nella pensione.

Pensioni 2020, l’Inps fissa minimali e massimali: ecco gli importi da considerare

Con la circolare Inps numero 9 del 2020 arrivano importanti aggiornamenti rispetto ai minimi ed ai massimali di contribuzione per l’anno in corso. Si tratta di un dato che risulta importante al fine di verificare se tramite i propri versamenti si riuscirà ad ottenere almeno un anno di contribuzione piena rispetto all’attività lavorativa effettivamente svolta. Il dato risulta fondamentale per la maturazione del requisito di anzianità nell’accesso alla quiescenza.

L’ente ha quindi indicato i valori corretti all’interno della propria circolare, rivalutando l’importo sulla base del valore dell’inflazione. In tal senso, il minimo giornaliero da assoggettare a contribuzione per i lavoratori dipendenti corrisponde a 48.98 euro, per uno stipendio mensile di 1.273.48 euro. Per vedersi accreditare almeno una settimana sarà quindi necessario maturare uno stipendio settimanale di almeno 206.23 euro. Annualmente il parametro annuale corrisponde quindi a 10.724 euro.

Qualora la retribuzione lorda annua risulti inferiore a tale soglia, l’Inps effettuerà il calcolo delle settimane accreditabili e provvederà comunque a garantire una contribuzione parziale nonché proporzionale. Questo meccanismo riduce però l’anzianità effettivamente accantonata al di sotto della soglia utile per vedersi riconoscere l’anno pieno dal punto di vista del requisito dell’anzianità contributiva.

Fissato il massimale per le pensioni nel 2020

Così come esiste un minimale, l’Inps ha fissato all’interno della circolare numero 9 anche un massimale. Per l’anno in corso, quest’ultimo corrisponde ad una retribuzione massima pari a 103.055 euro. Nel caso in cui si superi tale soglia, i lavoratori non sono tenuti a versare contributi previdenziali per la parte eccedente. Tale livello è però incrementato a 187.854 euro per i direttori generali, amministrativi ed i direttori sanitari delle aziende ospedaliere.

Grazie a tali precisazioni, ogni lavoratore può quindi effettuare una valutazione anticipata rispetto all’anzianità contributiva che gli verrà effettivamente riconosciuta nel corso dell’anno, al fine di valutare il relativo impatto sul proprio estratto conto contributivo (e quindi sulla maturazione dei requisiti utili di accesso alla quiescenza).

Continua a leggere su Fidelity News