Con l’ingresso nel 2020 prendono sempre maggiore concretezza gli effetti del sistema contributivo puro, un insieme di regole per l’accesso alla pensione pensate per mettere il sistema sociale e previdenziale in sicurezza e garantire che anche in futuro gli assegni dell’Inps potranno continuare a risultare sostenibili. Il tutto al prezzo di emolumenti sempre più bassi (in relazione all’ultimo stipendio) e di un’età di uscita dal lavoro che diviene sempre più lunga.
Sono gli effetti del progressivo venire meno del cosiddetto sistema retributivo o misto, che oltre a prevedere un meccanismo di calcolo meno rigido e penalizzante di quello attuale consente anche di avere la tutela di un adeguamento alla minima (un provvedimento di welfare che non risulta presente per chi ha iniziato a versare a partire dal 1° gennaio 1996).
Nella pratica, tutti coloro che risultano inseriti nel sistema contributivo puro dovranno attendere già oggi di maturare almeno i 67 anni di età ed i 20 anni di versamenti per poter accedere alla quiescenza. Tutto ciò, solo a patto di essere riusciti a garantirsi una pensione corrispondente ad 1,5 volte la minima. Quest’ultimo requisito decade infatti solo alla maturazione dei 70 anni di età (con almeno 5 anni di versamenti), un parametro che per via dell’adeguamento all’aspettativa di vita è destinato a salire fino ai 75 anni nei prossimi decenni.
Le pensioni anticipate del sistema contributivo: i vincoli all’uscita
Ancora più penalizzanti sono i vincoli di accesso alla pensione anticipata per il sistema contributivo puro, che risulta possibile a partire dai 64 anni con almeno 20 anni di versamenti, ma in questo caso solo a patto di aver maturato un assegno di almeno 2,8 volte la minima. Una vera e propria chimera soprattutto per i giovani che si trovano a doversi confrontare con l’attuale mercato del lavoro, caratterizzato da stipendi (e quindi versamenti contributivi) bassi, precarietà e discontinuità.
L’alternativa consiste nel puntare ad acquisire un’anzianità contributiva sufficiente. Attualmente la pensione anticipata slegata dall’età richiede almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti pieni (un anno in meno per le donne), ma anche in questo caso l’effetto degli adeguamenti all’aspettativa di vita porteranno il parametro verso i 45 anni minimi di versamenti nei prossimi decenni.