Pensioni 2020: con il riscatto agevolato della laurea si esce prima dal lavoro

Il provvedimento apre un’opportunità di accesso anticipato alla pensione tramite il riscatto agevolato degli anni di studio, ma la misura non risulta disponibile per tutti. Ecco i criteri da possedere.

Pensioni 2020: con il riscatto agevolato della laurea si esce prima dal lavoro

Il riscatto agevolato della laurea è un provvedimento che consente un possibile anticipo nell’accesso alla pensione grazie alla possibilità di far valere nell’anzianità contributiva gli anni spesi per gli studi universitari (purché in corso). Grazie a questa misura, per molti lavoratori diventa possibile sostenere la pratica pagando un peso più leggero rispetto alle regole ordinarie ed aumentando al contempo anche l’importo del futuro assegno.

Con le ultime prese di posizione in arrivo dall’Inps tramite la circolare numero 6 risalente al 22 gennaio 2020 è diventata chiara l’estensione di tale possibilità anche a coloro che hanno effettuato versamenti prima del 1996. In tal caso, il riscatto avviene però esercitando l’opzione del metodo contributivo (pertanto andrà fatta un’attenta valutazione di convenienza). Oltre a ciò, per procedere, devono risultare presenti alcuni specifici requisiti. Si parte innanzitutto con le diverse tipologie di percorsi di studio disponibili al riscatto.

Tra i titoli considerati validi dall’Inps troviamo il diploma universitario (che consente il riscatto fino a 3 anni), la laurea triennale, quadriennale od a ciclo unico, la laurea magistrale, il diploma di specializzazione post – laurea e infine il dottorato di ricerca (in questo caso purché risultino versati contributi presso la gestione separata dell’Inps). Sono esclusi altri periodi di formazione, sebbene susseguenti al conseguimento della maturità.

Il periodo riscattabile, il costo ed i vantaggi fiscali

Per ogni corso appena evidenziato il periodo massimo riscattabile è quello corrispondente agli anni legali di studio, sebbene il richiedente possa decidere anche di ricorrere ad un riscatto parziale. In questa evenienza il lavoratore approfitta del provvedimento per maturare esclusivamente il periodo che lo separa dall’accesso alla quiescenza.

Infine, dal punto di vista del costo dell’operazione in capo al richiedente, nel 2020 ogni anno di riscatto corrisponde a versamenti per 5.260 euro. Bisogna però considerare che i contributi risultano interamente deducibili dalla propria dichiarazione dei redditi, con evidenti e netti vantaggi dal punto di vista fiscale.

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