Pensioni 2019, Lega e M5S alla ricerca della quadra sul ricalcolo degli assegni

Il prossimo mese arriverà in Commissione lavoro il provvedimento sul taglio alle pensioni d'oro ma, nonostante la scadenza ravvicinata, un accordo sulla questione sembra ancora lontano.

Pensioni 2019, Lega e M5S alla ricerca della quadra sul ricalcolo degli assegni

Il nuovo provvedimento di ricalcolo degli assegni dovrà arrivare a breve in Parlamento, visto che il prossimo mese di settembre riprenderà il dibattito sulla questione all’interno della Commissione lavoro alla Camera, con l’obiettivo di portare la nuova legge davanti alle aule parlamentari nel più breve tempo possibile. Dopo il taglio ai vitalizi il Governo ha infatti puntato molto sulla portata del provvedimento, facendone una questione di principio ed equità per tutto il sistema pensionistico.

Nonostante i tempi stretti e le scadenze ravvicinate, la vicenda però sembra tutt’altro che pronta ad essere risolta. Continua infatti a persistere la distanza tra gli schieramenti giallo-verdi su come procedere effettivamente al taglio; non solo perché i due meccanismi appaiono antitetici, ma anche per il fatto che gli elettori restano molto sensibili sul modo in cui sarà portato a realizzazione il proponimento. Il rischio è da un lato di realizzare un provvedimento inefficace, dall’altro di andare a colpire una platea numericamente troppo vasta senza per questo raccogliere risorse importanti.

Riforma pensioni e taglio agli assegni d’oro: ecco come funzionano le due formule

Stante la situazione appena descritta, le due formule di taglio degli assegni appaiono effettivamente distanti tra di loro. Nel caso del Movimento 5 Stelle si parla infatti di un provvedimento basato sul riconteggio degli assegni superiori alle 4mila euro mensili. Per effettuare il conteggio si ricorrerebbe al cosiddetto ricalcolo contributivo, ovvero ad un sistema che avrebbe il vantaggio di allineare il valore dell’assegno ai versamenti accumulati nel corso della carriera lavorativa. Una soluzione che appare maggiormente equa, ma di difficile attuazione dal punto di vista pratico, visto che la stessa Inps ha prospettato la difficoltà di ricostruire molte delle carriere più lunghe.

Diversamente, la Lega sta portando avanti una proposta di taglio legata al contributo di solidarietà. In questo caso il provvedimento andrebbe a toccare anche coloro che possiedono un assegno superiore alle 2mila euro lorde, ma consisterebbe in partenza da pochi euro al mese, per crescere attraverso un sistema a scaglioni.

Ovviamente la platea dei potenziali contribuenti sarebbe molto più vasta, ma questa strategia garantirebbe anche di essere maggiormente in linea con il dettato costituzionale. Un elemento che non deve essere sottovalutato, visti anche gli inevitabili ricorsi alle vie legali che caratterizzerebbero l’avvio di simili provvedimenti.

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