Papa Leone XIV incassa 13,8 milioni: lo Ior vola con utili record e fondi etici che battono il mercato

Lo Ior chiude il bilancio 2024 con profitti in crescita e stacca un assegno da 13,8 milioni per Papa Leone XIV, mentre i fondi etici legati alla Dottrina Sociale della Chiesa ottengono performance superiori alla media.

Papa Leone XIV incassa 13,8 milioni: lo Ior vola con utili record e fondi etici che battono il mercato

Lo Ior, acronimo di Istituto per le Opere di Religione, è tornato sotto i riflettori con il bilancio 2024 che segna una netta crescita degli utili, saliti a 32,8 milioni di euro. Di questi, ben 13,8 milioni sono stati distribuiti come dividendo alla Santa Sede, beneficiaria ultima di questo risultato, rappresentata dal Papa in carica, Leone XIV.

La Commissione Cardinalizia, che sovrintende all’istituto, ha approvato la proposta, sottolineando il ritorno alla stabilità economica di una realtà storicamente controversa. Fondato con l’obiettivo di gestire i fondi della Chiesa Cattolica e dei suoi enti affiliati, lo Ior ha oggi circa 12 mila clienti e più di 100 dipendenti. Si occupa di offrire servizi bancari e di gestione patrimoniale esclusivamente a soggetti con stretti legami con la Chiesa.

Negli ultimi anni, grazie al processo di trasparenza voluto da Papa Francesco, l’istituto ha recuperato credibilità, lasciandosi alle spalle una lunga scia di vicende opache. A colpire è anche l’efficienza della sua gestione: la crescita dell’utile è frutto dell’incremento di tutte le principali voci reddituali, dal margine di interesse a quello commissionale, supportata da un contenimento delle spese.

La raccolta complessiva ha toccato quota 5,7 miliardi di euro, con ben 3,2 miliardi gestiti in forma patrimoniale. Ma ciò che davvero distingue lo Ior nel panorama bancario internazionale è la sua rigorosa aderenza ai princìpi della Dottrina Sociale della Chiesa. Gli investimenti sono attentamente selezionati per escludere aziende coinvolte in attività considerate eticamente inaccettabili, come produzione di armi, interruzione volontaria di gravidanza, gioco d’azzardo o settori legati a tabacco e alcol.

A queste regole si affiancano i principi del Global Compact delle Nazioni Unite, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla dignità umana. Contro ogni aspettativa, questo approccio “cattolico” agli investimenti non solo non ha frenato la redditività, ma si è rivelato vincente: il 79% dei fondi gestiti secondo tali criteri ha registrato performance superiori rispetto agli indici di riferimento.

Un risultato che sembra rafforzare la tesi dello Ior secondo cui fede ed etica non rappresentano un ostacolo, bensì un vantaggio strategico nel medio-lungo periodo. Tuttavia, sullo sfondo di questo successo economico si apre una nota polemica. Una coppia di ex dipendenti dello Ior ha denunciato di essere stata licenziata dopo essersi sposata, chiedendo al Pontefice di essere reintegrata. Un episodio che, se confermato, solleva interrogativi sulla reale coerenza tra i principi proclamati e le prassi interne.

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