Pandora Papers, i segreti finanziari di politici e vip

Pandora Papers: i segreti finaziari di 300 leader svelati da un'inchiesta di 600 giornalisti provenienti da 117 paesi e 150 media, il risultato dell'analisi di quasi 12 milioni di documenti.

Pandora Papers, i segreti finanziari di politici e vip

I segreti finanziari e le procedure “offshoredi più di 300 leader, tra i quali 5 presidenti ed ex presidenti, imprenditori e funzionari pubblici di alto rango, come ministri, giudici, sindaci e capi militari di oltre 90 paesi sono stati svelati da una miniziosa indagine denominata Pandora Papers: transazioni milionarie, grandi fortune in società di comodo presumibilmente create in paesi terzi per sfuggire alle imposizioni fiscali sono alcune delle rivelazioni di questa magistrale inchiesta condotta dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ).

L’esposizione completa di segreti finanziari, l’immenso lavoro giornalistico compiuto da oltre 600 giornalisti provenienti da 117 paesi e 150 media tra i quali El Paìs, The Washington Post, The Guardian e Le Monde, è il risultato dell’analisi di quasi 12 milioni di documenti confidenziali.

Una delle principali conclusioni dell’inchiesta è che “la macchina del denaro ‘offshore’ opera in ogni angolo del pianeta, persino nelle più grandi democrazie del mondo“, affermano i giornalisti dell’ICIJ. Tra i principali attori di questo sistema ci sono istituzioni d’élite, banche multinazionali, studi legali e studi contabili, con sede negli Stati Uniti e in Europa. Secondo uno dei documenti di Pandora Papers, le banche di tutto il mondo hanno aiutato i loro clienti a creare almeno 3.926 società in paradisi fiscali con il supporto di uno studio legale panamense, chiamato Alemán, Cordero, Galindo & Lee, diretto da un ex ambasciatore degli Stati Uniti.

Per avere un’idea dell’entità delle rivelazioni, alcuni dei protagonisti che compaiono nei risultati del clamoroso rapporto sono il Presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, il presidente del Cile, Sebastián Piñera, l”ex primo ministro britannico Tony Blair, il primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, il re Abdullah II di Giordania, l’ex primo ministro di Haiti, Laurent Lamothe, la Principessa del Marocco, Lalla Hasna. Secondo quanto riportato da The Guardian, il presidente russo Vladimir Putin non compare direttamente nei file che, tuttavia, rivelano presunte “ricchezze nascoste della cerchia ristretta del presidente”, incluso il suo migliore amico d’infanzia.

Ma l’indagine non smaschera solo politici internazionali, ma anche artisti come Shakira, Julio Iglesias, Elton John e Miguel Bosè o il capo della camorra napoletana Raffaele Amato. La maggior parte delle persone citate nei Pandora Papers ha utilizzato avvocati andorrani e spagnoli come intermediari per creare società offshor nei paradisi più segreti del mondo, dalle Isole Vergine britanniche alle Bahamas, tra gli altri. Senza di loro, insomma, non sarebbe così facile nascondere beni come quelli che sono stati portati alla luce nei Pandora Papers: conti bancari, jet privati, yacht, dimore di lusso o opere d’arte firmate da Picasso e Banksy.

Creare società offshore è legale, a patto che il proprietario lo dichiari alle autorità fiscali del paese in cui risiede” si legge su El Pais, purtroppo però la dichiarazione non sempre viene effettuata. Queste società beneficiano di una bassa tassazione, dell’anonimato e dell’assenza di registrazioni di conti o beneficiari effettivi delle giurisdizioni in cui sono registrate e non svolgono alcuna attività reale. Secondo i calcoli della Commissione Europea, l’equivalente del 10% del PIL europeo viene deviato attraverso questi meccanismi. Bruxelles stima che le tasse perse ammontino a 46 mila milioni di euro all’anno.

Ma come sottolineò nel 2016 l’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, “Questo è il problema: molte di queste cose sono legali“.

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