La nuova manovra finanziaria 2017 del governo Renzi, porta in grembo una nuova sorpresa. Il rischio di vari aumenti dalle accise sulla benzina e IVA, alcol e sigarette, previsti per il 10 settembre 2017. Spuntano le “clausole di salvaguardia”, alle quali siamo ormai abituati avendole subite nelle passate manovre finanziarie.
La realtà è palese: se al Governo non sono concessi i finanziamenti richiesti nei tempi e nelle date prestabilite, purtroppo, fa scattare gli aumenti inevitabili delle tasse.
La clausola di salvaguardia riguarda nello specifico le entrate calcolate dalla “volutary disclosure”. Infatti, se le entrate dovessero essere inferiori ai 1,6 miliardi di euro, scatterebbero vari aumenti dalle accise sulla benzina, all’IVA (imposta sui consumi), alcol e tabacco per circa 800 milioni. La previsione riguarda anche i tagli ai ministeri per le restanti 800 milioni.
Comunque, anche se tutto filasse liscio e le “clausole di salvaguardia” fossero rinviate, è da considerare che gli 800 milioni sarebbero solo briciole. Visto che tutti i consumatori dovranno affrontare gli aumenti dell’IVA previsti per il 2018. Il rialzo dell’aliquota IVA è previsto nella misura più alta dal 22% al 25% mentre quella intermedia dal 10% al 13% per un gettito totale di circa 19,8 miliardi.
Resta in bilico un ulteriore aumento per l’anno successivo dello 0.9% sempre relativo all’IVA. Un triennio 2017–2019 in cui saranno implicati circa 25 miliardi di euro.
Non ci resta che sperare che i commissari europei ci consentano di usufruire della flessibilità fiscale. Le previsioni tra un anno saranno critiche per chiunque, anche per il governo in quanto dovrebbe approvare tagli alla spesa per circa 20 miliardi, solo allo scopo di evitare gli aumenti dell’IVA.
Considerando che il 2018 sarà un anno elettorale, nessuna coalizione sarà disposta ad attuare misure di austerità. Infatti, per tali motivi risulterebbe abbastanza impopolare consentire gli aumenti d’IVA e accise sul carburante. Purtroppo, è da considerare che tali aumenti si possono verificare se Bruxelles prendesse in considerazione di non avallare più la flessibilità fiscale.