Manovra economica 2022 del governo Draghi: aumenti in busta paga e meno tasse per famiglie e imprese

La Manovra economica 2022 del governo Draghi,approvata con voto unanime dal parlamento, prevede aumenti in busta paga e meno tasse per famiglie e imprese. Scopriamo chi trarrà i maggiori benefici.

Manovra economica 2022 del governo Draghi: aumenti in busta paga e meno tasse per famiglie e imprese

La Manovra economica 2022 del governo Draghi, che il premier Mario Draghi ha definito “riforma epocale”, è stata approvata con voto unanime dal parlamento, con plauso dei ministri, segno di una certa condivisione del lavoro fatto. I suoi obiettivi, messi nero su bianco, sono: aumenti in busta paga e meno tasse per famiglie e imprese….”una riforma per la crescita”, ha sottolineato il premier, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica del governo.

L’esecutivo ha stanziato 8 miliardi di euro per ridurre le tasse e una larga parte sarebbe destinata al taglio del cuneo fiscale, ossia la differenza tra ciò che i dipendenti percepiscono e quello che realmente viene pagato loro dal datore di lavoro. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) aveva già invitato l’Italia a intervenire sul cuneo fiscale, il quinto più alto del mondo, con l’obiettivo di incoraggiare le assunzioni.

Gli aumenti in busta paga fascia per fascia

Come saranno spesi gli 8 miliardi stanziati dall’esecutivo? E, soprattutto, chi trarrà i maggiori vantaggi? Tutto dipenderà, ovviamente, dagli interventi che saranno decisi all’interno della Manovra economica. Sembra molto probabile che l’esecutivo continuerà ad agire utilizzando la leva dei cosiddetti “trattamenti integrativi”, i cosiddetti bonus, che già oggi troviamo nella busta paga dei lavoratori che hanno un reddito fino a 40mila euro.

L’obiettivo dell’esecutivo resta quello di ampliare il più possibile la platea, favorendo in particolare i ceti medi, quelli che attualmente sono gravati con un’aliquota del 38%, 11 punti in più rispetto allo scaglione fra i 15 e i 28mila euro. Tutto dipenderà, ovviamente, dalle risorse che saranno immediatamente disponibili. Nelle simulazioni che sono state effettuate dalla Fondazione dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, sono state considerate due variabili. L’aumento del bonus da 100 a 120 euro e, soprattutto, l’ampliamento dell’integrazione economica fino ad una fascia di reddito di 55mila euro. 

L’ipotesi prevede che sino a 40mila euro siano confermati i 120 euro (prima come bonus, sino ai 28mila euro e poi come detrazione) e a scendere in unica classe sino ai 55mila euro. È naturale che i vantaggi maggiori saranno nella fascia oltre i 40mila euro (nella simulazione 44mila), dove si trovano i lavoratori dipendenti che, al momento, non ricevono alcun “bonus” e che avranno un incremento netto, in busta paga, fino a 1.056 euro.

Questo perché, finora, chi si trovava nella fascia oltre i 40mila euro non beneficiava di bonus. Per le altre fasce di reddito, l’aumento netto sarebbe di 240 euro all’anno. Come riporta Il Giornale, secondo Francesco Savio, consigliere nazionale con delega al fisco dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec), la misura sarebbe migliorabile.

“Questo provvedimento fiscale – spiega Savio – interessa esclusivamente i lavoratori dipendenti mentre si poteva, o doveva, prevedere una soluzione normativa che riguardasse la generalità dei contribuenti per una maggiore equità orizzontale”. Nel 2022 dovrebbero essere cancellati i contributi alla Cassa Unica Assegni familiari. La misura, che costerebbe 2 miliardi e che avrebbe un duplice vantaggio: quello di favorire non solo le imprese ma anche le famiglie, dal momento che il prelievo riguarda anche colf e badanti e pari al 6,28% della retribuzione lorda.

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