Manovra 2020, l’ipotesi di un assegno da 240 euro al mese per figlio

Tra i provvedimenti allo studio con la nuova legge di bilancio 2020 anche l’introduzione di un assegno unico per ogni figlio. Qualora entrasse in funzione, il sussidio verrà pagato fino al 18mo anno di età.

Manovra 2020, l’ipotesi di un assegno da 240 euro al mese per figlio

Dalle pieghe della legge di bilancio 2020 continuano ad emergere ipotesi d’intervento interessanti riguardo la previdenza ed il welfare. Nel nuovo pacchetto di interventi allo studio dell’esecutivo giallo-rosso non vi sono infatti solo le pensioni flessibili ed il reddito di cittadinanza. A partire dal prossimo anno potrebbe infatti entrare in funzione un nuovo sussidio destinato alle famiglie.

Si tratta del nuovo assegno unico mensile, che dovrebbe corrispondere alla cifra di 240 euro al mese per ogni figlio. Il provvedimento è ancora in attesa di conferma, ma rientra nel piano del governo di sostenere i consumi e la crescita economica, dando al contempo un segnale di forte sostegno alle famiglie.

Ecco come potrebbe funzionare l’assegno unico da 240 euro al mese

Entrando nel dettaglio della misura, le ultime indiscrezioni giornalistiche riportano il possibile avvio di un assegno unico da 240 euro erogabile a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 18mo anno di età. Il decollo della misura dovrebbe avvenire entro la metà del 2020, per entrare quindi a pieno regime con la fine del prossimo anno.L’idea di un bonus unico per ogni figlio da 240 euro al mese (indipendentemente dall’ISEE) appare sensata, visto che al momento i genitori sono costretti a rincorrere requisiti differenti tra un sussidio e l’altro. Oltre a ciò, si garantirebbe anche uno snellimento della burocrazia ed una maggiore possibilità di pianificazione familiare per i giovani.

I fondi necessari a garantire la sostenibilità della misura potrebbero derivare da una riorganizzazione di molti dei sussidi attualmente in corso di funzionamento (e paradossalmente soggetti a requisiti anche molto differenti tra di loro). L’assegno unico diventerebbe possibile proprio grazie all’accorpamento di provvedimenti come il bonus bebè, gli assegni familiari, le detrazioni per figli, i bonus per le rette dell’asilo o il premio alla nascita.

Anche le cosiddette 80 euro del bonus Renzi rientrerebbero all’interno dell’assegno unico, ma continuerebbero comunque a restare valide per i lavoratori dipendenti senza figli. Nella pratica, la partenza alla metà del prossimo anno servirebbe proprio ad avere il tempo di eseguire tutto il lavoro insito dietro il riordino delle attuali misure destinate alla cura dei figli e alle famiglie.

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