Nelle ultime settimane, l’olio d’oliva ha raggiunto prezzi mai visti prima, suscitando preoccupazioni tra i consumatori e l’industria alimentare. Le cause di questa crisi imminente sono da ricercare nella concomitanza di tre importanti notizie degli ultimi giorni che hanno scosso il mercato dell’olio d’oliva.
Il governo spagnolo ha ufficialmente dichiarato un crollo del 55% nella produzione di olio d’oliva rispetto all’anno precedente. I dati indicano che la produzione sarà di soli 660.000 tonnellate, rispetto alle 1,48 milioni di tonnellate nel 2022. Questa drastica diminuzione è stata attribuita alle avverse condizioni climatiche che hanno colpito le piantagioni di ulivi, minando la fioritura e l’allegagione delle olive.
La Turchia, il secondo più grande produttore mondiale di olio d’oliva, ha introdotto una vietata all’export dell’olio fino a novembre. L’obiettivo è contenere l’ascesa dei prezzi nel mercato domestico, che ha già registrato un aumento del 102%. Le esportazioni verso i Paesi del Mediterraneo hanno raggiunto un record del 240%. Questa mossa da parte della Turchia ha ulteriormente stretto l’approvvigionamento globale, contribuendo all’attuale carenza.
L’Italia non è stata risparmiata dalla crisi dell’olio d’oliva. L’ICQRF del Ministero dell’Agricoltura ha riferito che le giacenze di olio extra vergine di oliva si sono ridotte a soli 52.000 tonnellate. Con un trend di consumo pari a 15.000 tonnellate al mese, le scorte potrebbero esaurirsi già a settembre. Questa situazione senza precedenti sta mettendo a rischio le campagne promozionali nella grande distribuzione previste per settembre/ottobre, dove in passato venivano offerte bottiglie a prezzi scontati dell’anno precedente.
Questi fattori hanno creato una tempesta perfetta sul mercato dell’olio d’oliva, con i prezzi che sono aumentati in modo significativo rispetto a due anni fa. Le recenti rilevazioni dei prezzi franco azienda condotte da Ismea hanno mostrato prezzi elevati in diverse regioni italiane, con punte di 13,63 euro al litro a Firenze e 13,50 euro a Verona. Anche all’estero, i prezzi sono saliti, con varietà come Creta in Grecia che raggiungono 8,45 euro al litro.
Secondo gli esperti del settore, il riscaldamento climatico e la carenza idrica hanno giocato un ruolo fondamentale nel ridurre la produzione di olive e, di conseguenza, l’offerta di olio d’oliva. I prezzi potrebbero rimanere elevati fino all’autunno del 2024, con la campagna di raccolta 2023 che si prospetta difficile a causa delle condizioni climatiche avverse.