L’Italia Paese di pace? Nel 2017 64 milioni al giorno per spese militari

Sono giunti dati allarmanti dall'Osservatorio sulle spese militari italiane: stando agli ultimi studi in merito, nel 2017 l'Italia spenderà 64 milioni al giorno in "spese militari".

L’Italia Paese di pace? Nel 2017 64 milioni al giorno per spese militari

Le spese militari rappresentano una voce particolarmente controversa del bilancio dello Stato italiano, in quanto il nostro stesso Paese – formalmente – non è in guerra; eppure le cifre continuano a lievitare in maniera apparentemente inspiegabile, tant’è che gli ultimi dati hanno confermato un trend in crescita paradossale rispetto alle recenti affermazioni in merito del Governo.

Più volte infatti era stato affermato che uno degli obiettivi per risanare l’economia italiana era quello di effettuare tagli proprio alle pleonastiche spese militari. Eppure i dati dicono che sta accadendo l’esatto opposto: l’Osservatorio sulle spese militari italiane Mil€x ha reso noto uno studio condotto da Enrico Piovesasca e Francesco Vignarca che conferma come tali costi stiano lievitando, anziché diminuire.

L’inchiesta è stata pubblicata sul quotidiano Repubblica, e promette già di destare scalpore visto che si tratta di numeri da capogiro. Le proiezioni sono sconfortanti: stando alla ricerca in questione, nel 2017 l’Italia spenderà cira 64 milioni di euro al giorno in spese militari, per un esborso totale stimato in 23 miliardi e 400 milioni di euro.

Si tratta di un aumento dello 0,7% rispetto al 2016, una percentuale apparentemente esigua ma che, lavorando a cifre così elevate, tradisce un incremento notevole ed un peso altrettanto ingente da sostenere per le casse dello Stato. Grande benefattore dell’industria bellica italiana è proprio il Ministero dello Svoluppo Economico, che durante la Seconda Repubblica ha ingrassato le tasche delle aziende armatrici con contratti per circa 50 miliardi di euro.

Ma dove finiscono tutti questi soldi, e come vengono utilizzati? Il rapporto stima che gli investimenti garantiranno altri 50.000 posti di lavoro, ma c’è anche il lato oscuro della medaglia: il 41% andrà alle Forze Armate, che da anni lamentano la presenza di troppi ufficiali “inutili” (ma al contempo foraggiati da stipendi elevatissimi) e pochi soldati semplici.

Una forte critica è stata espressa anche in merito all’acquisto dei “famigerati” F-35, destinati a diventare parte dell’arsenale della mastodontica Trieste, la nave costata oltre un miliardo di euro nonché fiore all’occhiello della Marina italiana; peccato che ufficialemente la Trieste sia stata fatta passare come “unità di sostegno dedicata primariamente ai soccorsi umanitari“. Anche se, eufemisticamente parlando, l’accezione “soccorsi umanitarisappiamo bene tutti cosa significhi al giorno d’oggi.

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