L’Italia è in recessione tecnica. Dati preoccupanti per l’occupazione

Il quarto trimestre del 2018 mostra un Pil ancora in casa: il peggior risultato degli ultimi cinque anni. L’Italia, quindi, è entrata in recessione tecnica. A parlarne il premier Giuseppe Conti e il vicepremier Luigi Di Maio

L’Italia è in recessione tecnica. Dati preoccupanti per l’occupazione

L’Italia è entrata in recessione tecnica. E’ questo quello che emerge dall’analisi del quarto trimestre del 2018 che ha mostrato una contrazione pari allo 0.2%.

Non accenna ad arrestarsi la crisi economica che ormai da diversi anni il nostro paese sta affrontando. I dati comunicati dall’Istat, infatti, fotografano una situazione molto preoccupanti tanto che questo è stato definito il peggior risultato degli ultimi cinque anni. Un dato tanto negativo, infatti, lo ritroviamo nel quarto trimestre del 2013 quando il Pil arrivò a segnare -0.2%.

Ad intervenire sulla vicenda tanti esponenti del mondo politico ed economico del nostro paese. Secondo il premier Giuseppe Conte il dato sarebbe la conseguenza della guerra di dazi tra Usa e Cina che sta inevitabilmente coinvolgendo l’economia di tutto il mondo.

“E’ una guerra che si sta componendo e che dovrà comporsi e che va a incidere soprattutto sull’export” ha affermato il premier. Una crisi annunciata, però, dal momento che gli esperti del settore l’avevano già previsto: “E’ una contrazione che era nell’aria, gli analisti la pronosticavano ed è legata a fattori esterni alla nostra economia.”.

La fiducia del governo è nel 2019. “Il rilancio sarà compiuto e andrà a regime nel secondo semestre 2019, non c’è ragione di perdere fiducia, c’è anzi molto entusiasmo per il 2019” ha concluso Conte.

Sulla vicenda è intervenuto anche il vice premier Luigi Di Maio secondo il quale questi dati tanto negativi “testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi”.

Cosa fare adesso? Secondo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia bisognerà invertire quanto prima la tendenza, cercando di riaprire cantieri, tra cui anche la Tav, e cercando di compensare il rallentamento dell’economia globale ma anche quello dell’Italia.

Le immagini della nostra economia fornite dall’Istat non possono che generare parecchia confusione e soprattutto grande preoccupazione, soprattutto per i lavoratori. Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, si è mostrata, infatti, molto preoccupata per le ricadute occupazionali di questi dati, arrivando addirittura a parlare di “gravi rischi per l’occupazione”.

Continua a leggere su Fidelity News