Nel 2009 Google ha avuto l’idea fortunata nel mettere a disposizione dei dipendenti 1.100 Gbikes così che potessero velocizzarsi nel raggiungere i vari uffici della sua sede principale, la Googleplex estesa per ben 110 mila metri quadri.
L’idea ora si sta rivelando doppiamente fortunata prima per la velocità degli spostamenti ed ora perchè la famosa azienda statunitense ha dovuto far fronte al fatto che le sue bellissime biciclette venivano facilmente rubate, questo fatto l’ha provocata a sviluppare altre nuove idee.
L’uso della coloratissima bici colorata di Google risponde completamente allo sharing economy, anche se nessuno ci guadagna qualche cosa, anzi, per Google, ad oggi, era ed è solo un costo. L’uso della bici funziona in questo modo: si prende la bici, vi si sale a bordo e arrivati sul posto la si parcheggia.
L’uso completamente gratuito è sempre stato sostenuto dal senso civile che fino a questo momento non ha mai incontrato intoppi. Ogni settimana almeno 100, a volte fino a 250 bici circolano liberamente anche in zone esterne ai cancelli aziendali. Sharon Veach, un 68enne che abita a Mountain View al Wall Street Journal ha affermato: “È come se fosse un gesto amichevole di Google a chi abita qui“.
Nonostante le bici siano equipaggiate di un sistema Gps per essere facilmente rintracciate in caso di spostamenti non previsti, ultimamente qualcuno ha cominciato ad approfittarne. Ed ecco la nuova idea affidata a programmatori e ingegneri: elaborare un sistema di “lucchetto” e gestione delle Gbikes attraverso l’uso dello smartphone.
In questo campo Google è all’avanguardia. Tenendo traccia delle informazioni e dei percorsi su mappe – già da tempo i programmatori stanno lavorando per calcolare l’altimetria del viaggio, anche se questo avviene su piste ciclabile o su strade poco trafficate -, attraverso lo smartphone si riesce a gestire le Gbikes. Sappiamo bene che la multinazionale Google ha fatto dell’innovazione il suo fiore all’occhiello e anche questa volta non mancherà di sorprendere.