In base all’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale (FMI) la Cina ha ufficialmente superato gli Stati Uniti in termini di ricchezza prodotta. Di fatto è divenuta l’economia più grande del pianeta soppiantando il decennale primato degli USA. A sorprendere gli analisti ed i commentatori del mondo economico non è stata la notizia in sé (con i tassi di crescita che il colosso asiatico fa registrare da anni era inevitabile) quanto che il sorpasso sia avvenuto già nel corso di quest’anno, molto in anticipo rispetto alle previsioni maggiormente accreditate.
La classifica è stata stilata tenendo conto del “PIL reale” ovvero misurando la ricchezza prodotta dal singolo paese senza apportare nessun fattore correttivo. Quest’anno la Cina produrrà una ricchezza pari a 17,6 trilioni di dollari contro i 17,4 trilioni degli Stati Uniti. Un divario che tenderà ad aumentare nei prossimi anni decretando di fatto il primato assoluto del gigante asiatico. Stando ai valori riportati dal FMI, attualmente la Cina pesa per il 16,5% nell’economia globale contro il 16,3% degli Stati Uniti.
Naturalmente, tale risultato è anche conseguenza del “peso demografico” del paese del sol levante. Con un miliardo e 300 milioni di abitanti la Cina può vantare più di 4 volte la popolazione statunitense con le conseguenti ricadute in termini di volumi economici. D’altra parte, riconsiderando la classifica alla luce del tasso di cambio, l’economia degli USA è all’incirca il 70% più grande di quella cinese. Analogamente se al posto del PIL complessivo viene preso in considerazione quello procapite. Anche in questo caso la forbice tra gli Stati Uniti e la Cina risulta molto ampia e fortemente a vantaggio dei primi.
Oltre al primato della Cina, la classifica 2014 del Fondo Monetario Internazionale ha sorpreso anche per altri motivi. In primo luogo il balzo dell’India al terzo posto che scalza in un solo anno Giappone e Germania. Analogamente Russia e Brasile si sono piazzati rispettivamente al sesto ed al settimo posto superando di slancio la Francia. Tutto ciò a testimonianza di come le cosiddette “economie emergenti” non siano più tali ma inizino ad essere realtà dal peso economico non più trascurabile con le quali bisognerà necessariamente fare i conti nell’immediato futuro. Triste risultato per il nostro paese: l’Italia è uscita dalla top ten cedendo il suo posto all’Indonesia.