La bastonata dello spread colpisce banche italiane e titoli di stato

Il picco dello spread investe le banche italiane in vari modi, la diffidenza del mercato verso l’Italia è in crescita, la cautela è dovuta all’incertezza dell’esito del referendum costituzionale italiano.

La bastonata dello spread colpisce banche italiane e titoli di stato

Le azioni delle banche italiane in borsa sono in netta ripresa con il 25% in confronto ai minimi toccati a luglio, comunque in calo del 47%. Grande è l’attesa sui mercati finanziari per l’esito del referendum costituzionale in Italia che si terrà il 4 dicembre 2016, risultato che potrebbe segnare la fine del governo Renzi.

La rimonta dello spread BTp-Bund sopra i 150 punti per la scadenza decennale, riflette lo stato di agitazione delle ultime settimane dei rendimenti dei titoli italiani. Di sicuro si prospetta un panorama poco piacevole per gli istituti italiani sotto vari aspetti.

Le banche italiane negli ultimi cinque anni hanno raddoppiato gli investimenti in Bot e Btp, attualmente custodiscono nei loro bilanci circa 400 milioni di euro d’investimenti. Ora un rialzo dei rendimenti dei nostri titoli di stato coincide con un calo dei loro prezzi. 

Bloomberg ha evidenziato che nell’ultimo mese si è avuto un ribasso dei prezzi dei bond governativi del 2,5% molto più alto rispetto ai titoli degli altri stati dell’Eurozona. Il BTp 2067 perde fino all’8,5%.

I titoli di stato in possesso delle banche valgono circa 10 miliardi di euro. Non sono minusvalenze in quanto il confronto andrebbe effettuato con i prezzi di acquisto, che sicuramente saranno stati più bassi dei livelli correnti, considerato che i nostri istituti hanno provveduto ad acquistare i bond dal 2011 a rendimenti decisamente superiori di quelli attuali. Di sicuro, il trend fa lievitare la pressione sui ratios patrimoniali.

Lo sviluppo nel complesso è meno favorevole e compromette le banche italiane in plusvalenze basse. A essere colpite di sicuro le banche che hanno investito in BTp a lunga scadenza, come MPS, la cui duration è certamente maggiore della media. Nell’ipotesi che fosse costretta a disinvestire parte dei titoli accumulati andrebbe incontro a vere minusvalenze. Di sicuro un ipotesi poco gradita per il sistema bancario sottocapitalizzato.

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