In Italia lo spreco alimentare supera i 15 miliardi di euro l’anno

Ogni anno gli italiani gettano nella spazzatura 220.000 tonnellate di cibo, un valore che equivale a più di 15 miliardi di euro, lo 0,88% del PIL nazionale.

In Italia lo spreco alimentare supera i 15 miliardi di euro l’anno

Gli sprechi alimentari continuano a rappresentare un serio problema sia a livello economico che ambientale. In Italia la legge Gadda del 2016 ha migliorato la situazione, snellendo le procedure necessarie per donare il cibo rimasto invenduto. A fronte di questo intervento legislativo che ha permesso al Paese di entrare nella top ten del Food Sustainability Index, tuttora rimane ancora molto da fare per ridurre al minimo il fenomeno.

Stando a quanto illustrato nella sede del ministero dell’Ambiente in occasione della presentazione della settima edizione del premio Vivere a spreco zero, ogni italiano arriva a cestinare 700,7 grammi di cibo alla settimana. Convertendo il tutto in denaro, ogni sette giorni ciascuno di noi getta una quantità di cibo il cui valore ammonta a 3,76 euro.

Statistiche alla mano, a livello domestico lo spreco alimentare raggiunge una cifra prossima ai 12 miliardi di euro, valore al quale aggiungere altri 3 miliardi addebitabili ai processi di produzione e distribuzione dei prodotti. Sommando le due componenti, si scopre che il cibo gettato nella spazzatura raggiunge l’esorbitante cifra di oltre 15 miliardi di euro. Il dato rappresenta una cifra significativa, pari allo 0,88% del PIL nazionale.

Se è vero che molto è cambiato rispetto a cinque anni fa, quando un italiano su due dichiarava di buttare il cibo con frequenza pressoché quotidiana, anche tuttora non si può certo dormire sonni tranquilli. Pur avendo adottato dei comportamenti molto più virtuosi – nel 2018 solo l’1% degli abitanti del Belpaese ha ammesso di cestinare alimenti quasi ogni giorno – ogni anno sono 220.000 le tonnellate di cibo che non finiranno mai nei nostri piatti, pari a 2,89 kg/pro capite.

Da qui si spiega l’intervento dell’Unione Europea, che si è posta l’obiettivo di ridurre del 50% lo spreco alimentare entro il 2030. Di conseguenza a prendere piede sono stati alcuni progetti volti a scontare i prodotti prossimi alla scadenza, anche se l’iniziativa di fatto non preclude che i consumatori finali li gettino comunque una volta acquistati. Non rimane quindi che sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere sia le campagne promesse a livello locale che le norme più efficaci in materia: al momento sotto questo punto di vista, il Paese in cui sono stati fatti dei notevoli passi in avanti è la Francia, dove sono previste multe fino a 3.500 euro per le mense e i supermercati che non rispettano l’obbligo di donare le eccedenze.

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