Il reddito di cittadinanza tocca un milione di domande, ma per Salvini è solo una toppa

I nuovi numeri in arrivo dall’Inps sanciscono il superamento di un milione di domande da parte dei contribuenti, ma restano le divergenze di vedute all’interno dello stesso Governo. Per l’ala leghista l’obiettivo è abbassare le tasse.

Il reddito di cittadinanza tocca un milione di domande, ma per Salvini è solo una toppa

Dall’Istituto pubblico di previdenza arrivano importanti riscontri in merito al reddito di cittadinanza ed al numero di pratiche inoltrate dai cittadini potenzialmente interessati alla misura. Le ultime statistiche rilasciate indicano infatti il superamento di un importante traguardo simbolico, ovvero della soglia di un milione di pratiche inoltrate. Di queste, circa il 75% ha trovato accoglimento (quindi solo una pratica su quattro è risultata scartata).

A spiegare la situazione, commentando con soddisfazione gli ultimi dati, è lo stesso Presidente entrante dell’Inps Pasquale Tridico, che ha sottolineato e ribadito la “grande efficienza” con cui l’Istituto sta effettivamente analizzando le pratiche e rispondendo alle richieste dei cittadini. Un dettaglio importante anche e soprattutto considerato l’elevato flusso di richieste arrivate in un lasso di tempo molto breve. L’economista si è quindi esposto sulla sostenibilità della misura, definita assieme alle nuove pensioni anticipate tramite quota 100 come “compatibili con il bilancio dell’Inps e dello Stato”.

La presa di posizione di Salvini sul reddito di cittadinanza: la vera necessità è ridurre le tasse

Gli ultimi dati in arrivo sul reddito di cittadinanza non sembrano però incontrare lo stesso livello di favore da parte di tutto l’esecutivo. È in particolare l’ala leghista a non esprimere particolare enfasi ai risultati raggiunti dal reddito di cittadinanza, visto che lo stesso Vice Premier Matteo Salvini ha recentemente definito il provvedimento come “una toppa” durante un appuntamento elettorale tenutosi a Montegranaro (nella Regione delle Marche).

Secondo il Ministro dell’Interno, la vera necessità riguarda invece un altro compito, ovvero quello di intervenire sulle tasse per tagliarle immediatamente. “Sto amabilmente e pacatamente ragionando con gli amici cinque stelle perché noi già quest’anno siamo riusciti a fare qualcosa per i piccoli: partite Iva artigiani, liberi professionisti, piccoli imprenditori” ha spiegato l’esponente leghista, spiegando di avere l’intenzione di portare avanti misure simili anche per i cittadini e le famiglie.

In questo senso, il nuovo strumento di welfare può essere utile per “mettere una toppa alla povertà”, ma la vera necessità non è quella di garantire un reddito, ma di rendere più semplice produrlo agevolando le assunzioni. Ed è per questa convinzione che il proposito di tagliare le tasse viene vissuto con maggiore urgenza rispetto al nuovo assegno di welfare, conclude l’esponente leghista.

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