I cittadini italiani spendono in media uno stipendio all’anno tra slot machine, lotterie, gratta e vinci e scommesse di vario genere. A renderlo noto è stata una ricerca elaborata da Redattore Sociale, che ha calcolato al ribasso le spese medie per il gioco d’azzardo degli italiani, comprendendo anche i bambini nel conteggio. E’ infatti emerso che la popolazione spende mediamente 1.431 euro all’anno “al gioco”; questi dati sono stati estrapolati grazie all’analisi del cosiddetto Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Ma stime più approfondite hanno suggerito che la tendenza al gioco d’azzardo sia in calo rispetto agli anni scorsi: nel 2014 infatti erano stati raccolti 84,4 miliardi di euro (per un guadagno totale dell’erario pari a 7,9 miliardi di euro), mentre le stime relative al 2012 parlavano di 88,5 miliardi. Da menzionare anche il calo d’attrattiva esercitato dalle slot machine, che di conseguenza sono sempre meno presenti in territorio italiano.
Andando regione per regione, è emerso che sia l’Abruzzo la realtà in cui il gioco d’azzardo risulta essere maggiormente radicato: è infatti in Abruzzo che vengono spese le cifre maggiori, con 1.450 euro a testa utilizzati per tentare la fortuna tra adulti e bambini. A seguire troviamo il Lazio, con 1.381 euro all’anno spesi per ogni cittadino, mentre l’Emilia Romagna guadagna il bronzo con 1.371 euro annui. La regione che invece si è fatta influenzare meno da questo fenomeno è la Basilicata, laddove le stime parlano di 807 euro a testa investiti nel gioco tra i residenti.
Tuttavia stanno perdendo mordente i gratta e vinci e le lotterie, che hanno fatto registrare una diminuzione di biglietti venduti; molto meglio vanno i centri scommesse, preferiti dagli “appassionatissimi” rispetto ai siti di scommesse online. Queste stime sono uscite in concomitanza con l’annuncio del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che su Twitter ha dichiarato: “Dopo avere proposto l’inserimento del gioco d’azzardo patologico tra le dipendenze che sono trattate dal Sistema sanitario nazionale nei servizi per le dipendenze, rafforziamo le misure contro questo pericolosissimo fenomeno”.