Francia: austerità e recessione

La Francia è caduta in recessione per la terza volta in quattro anni ed ha registrato una contrazione del 0,2% nel primo trimestre del 2013 a causa delle misure di austerità diffuse nel paese.

Francia: austerità e recessione

Il paese ha anche rivisto i dati economici del quarto trimestre, attestando che l’economia si è contratta dello 0,2% nel trimestre anziché dello 0,3% come previsto in precedenza.

Un’economia è tecnicamente in recessione quando il suo prodotto interno lordo (PIL) diminuisce per due trimestri consecutivi. La Francia, seconda più grande economia della zona euro, è stata in recessione all’inizio del 2012 e il paese non è cresciuto significativamente nel corso degli ultimi trimestri.

La Spesa per consumi delle famiglie è diminuita dello 0,1% dopo essere rimasta stabile nel trimestre precedente, e la formazione di capitale fisso lordo ha continuato a diminuire del 0,9%, dopo un calo dello 0,8% nel quarto trimestre. La spesa interna totale è diminuita nel corso del trimestre, trascinando in basso la crescita del PIL di 0,1 punti.

Le esportazioni sono diminuite del 0,5%, mentre le importazioni sono aumentate del 0,1%. Di conseguenza, la bilancia commerciale negativa del PIL di 0,2 punti.

L’ultimo sviluppo indica che la zona euro deve ancora recuperare la crisi del credito nella regione. Al tempo stesso, accresce la pressione sul presidente Francois Hollande per l’adozione di politiche per rilanciare la crescita.

La bassa crescita in Francia è considerata  il risultato dell’applicazione delle misure di austerità in corso, che cercano di tagliare spese e debiti. Inoltre, il paese è stato colpito da un record di alta disoccupazione e bassa fiducia delle imprese e dei consumatori.

La recessione in Francia è destinata a peggiorare i problemi di tutta la regione.

La Commissione europea aveva in precedenza avvertito che la Franciasarebbe potuta entrare in recessione nel 2013 e che la zona euro avrebbe potuto registrare una contrazione dello 0,4%. La Commissione ha aggiunto che avrebbe conceso alla Francia altri due anni per ridurre il suo disavanzo al di sotto del 3% del PIL.

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