Torna lo spettro del prelievo forzoso. Secondo un articolo del Wall Street Journal, il Fondo monetario internazionale vorrebbe imporre questa nuova tassa per equilibrare i conti degli stati.
Secondo il quotidiano americano, l’aliquota del prelievo dovrebbe essere del 10% e interessare conti correnti di 15 paesi dell’euro-zona. Una misura analoga è stata applicata lo scorso anno a Cipro. La Troika infatti aveva imposto un prelievo sui conti superiori a 100mila euro. Bank of Cyprus decise di applicare un tasso del 37,5% sui depositi dei loro clienti. Oltre a questo, la Banca centrale cipriota impose limitazioni per i movimenti dei capitali. Oltre a Cipro, il prelievo forzoso è stato fatto anche in Portogallo e in Spagna è stata modificata la Costituzione per consentire questa scelta. Da noi il prelievo forzoso si è visto nel 1992, quando l’allora governo guidato da Giuliano Amato approvò un decreto-legge del 6 per mille sui conti italiani. “Un prodotto difficile da digerire, ma assolutamente necessario per un Paese che si trova sull’orlo del precipizio”, disse Amato al riguardo.
Secondo le prime indiscrezioni il prelievo dell’Fmi interesserebbe anche depositi, pensioni e assicurazioni. I soldi incassati serviranno poi per risanare il bilancio statale e alleggerire il carico del debito. Facile immaginare che anche l’Italia sarà tra i paesi coinvolti in questa misura. Per il Fmi un prelievo di questa portata riporterebbe i conti pubblici a livelli pre-crisi del 2007. Anche se non ancora non è stato deciso nulla, questo annuncio potrebbe destare allarme fra i risparmiatori. Così dopo tasse e tagli per l’Italia (e gran parte dell’euro-zona) potrebbe arrivare una nuova batosta.