Ennio Doris non ha dubbi: la Germania vuole sottomettere l’Italia

Il presidente di Banca Mediolanum cerca di tranquillizzare gli italiani. La tempesta sui mercati è simile a quella del 2011, quando cadde il governo di Silvio Berlusconi. Per il banchiere milanese, dietro c'è un disegno tedesco per "colonizzare" l'Italia.

Ennio Doris non ha dubbi: la Germania vuole sottomettere l’Italia

Che l’Europa sia per l’Italia una minaccia più che una opportunità è una convinzione che pervade molti euroscettici. Tra questi c’è anche il presidente di Banca Mediolanum, Ennio Doris, che invita gli italiani a mantenere i nervi saldi davanti alle difficoltà dei mercati, ribadendo che l’Italia è un Paese sicuro e con un sistema bancario solido.

L’illustre finanziere, amico e socio di Berlusconi, è convinto che l‘Italia sia sotto attacco da parte degli eurocrati. In particolare della Germania, che sulle spalle delle nazioni europee continua a costruire le sue fortune, ma predica calma e buon senso perché – secondo lui – l’Italia non è la Grecia, ma un Paese con un tessuto economico e finanziario capace di reggere alla “tempesta dei mercati”.

Doris si è sempre dichiarato in disaccordo con le regole europee che avvantaggiano alcune nazioni a discapito di altre. E questo in un continente che da settant’anni vive uno stato di pace bellica, ma che vede la Germania cercare di sottomettere l’Italia non con le armi militari, ma con lo strumento della finanza e dell’economia.

L’Italia era il Paese più europeista d’Europa, spiega Doris. È stata lei a fondare l’UE con il trattato di Roma del 1957. Ma adesso non lo è più, ha sperso fiducia in questa pletora di burocrati dell’Unione che, anziché preoccuparsi dei cittadini, dei lavoratori, dei giovani, si preoccupa solo dei mercati, delle banche, dello spread, del debito pubblico.

Un’Europa deludente che impone i suoi principi a tutti i Paesi associati, intromettendosi indebitamente nelle politiche nazionali e minacciando “rappresaglie” in caso di ribellione. Basti pensare alla caduta del governo Berlusconi del 2011, affossato non dal popolo ma da uno spread pilotato ad arte dai Signori di Bruxelles.

Ennio Doris non è favorevole a questa Europa dei finanzieri, pur essendo lui stesso un finanziere. Ricorda che negli anni Settanta Margaret Thatcher attaccava sempre l’Europa – come del resto faceva Craxi – e questo lo infastidiva. Poi la vide a Milano, la sentì parlare contro l’élite europeista, e capì che aveva ragione.

E sulla caduta del governo nel 2011, il giudizio del presidente di Banca Mediolanum è chiaro: I guai iniziarono nell’aprile di quell’anno, quando le banche tedesche cominciarono a liberarsi dei titoli di debito italiani. Quando la svendita uscì alla luce del sole, lo spread decollò”. Poi arrivò Mario Monti e siamo finiti sotto il potere della Germania, che pensa all’Italia a come “colonia”.

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