Ecco le attività produttive non necessarie chiuse fino al 3 aprile

Con un video messaggio su Facebook, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia la chiusura immediata delle attività produttive non necessarie.

Ecco le attività produttive non necessarie chiuse fino al 3 aprile

Come riportato dalla Protezione Civile in conferenza stampa, nel nostro paese ci sono 42.681 i contagiati dal Coronavirus, ben 4.821 in più rispetto al 20 marzo. Le vittime sono aumentate di 793, arrivando a un totale di 4.825. Sono ricoverati in terapia intensiva 2.857, ovvero 202 in più in 24 ore.

Si tratta di una delle giornate più drammatiche dell’Italia e, dopo l’insistenza di Cgil, Cisl e Uil, il premier Giuseppe Conte ha deciso di chiudere tutte le fabbriche e le attività produttive non necessarie fino al 3 di aprile. L’annuncio avviene tramite la pagina Facebook del Presidente del Consiglio.

Le parole di Giuseppe Conte

Il premier apre la diretta su Facebook dichiarando: “Non voglio minimizzare, questa è la sfida più difficile dal dopoguerra. Lascerà un segno indelebile in noi anche quando tutto questo sarà finito. Le immagini che vediamo ogni giorno alla tv ci rimarranno per sempre nella memoria”.

Successivamente parla delle ultime novità nel nostro paese: “Chiuderemo tutte le attività produttive non cruciali. Ma resteranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi e finanziari”.

Tra i negozi aperti restano anche le edicole ed i tabaccai, con la sola chiusura del lotto, dei gratta e vinci e delle slot machine per evitare affollamenti inutili. Nella lista delle attività essenziali ci sono l’agricoltura, la pesca, l’industria alimentare e quella delle bevande.

Invita poi i cittadini a non affollare i supermercati, promettendo che non mancheranno mai i beni di prima necessità: “Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Quelle rinunce che oggi ci sembrano un passo indietro domani ci consentiranno di prendere la rincorsa”.

Giuseppe Conte ammette di aver solamente rallentato il motore produttivo del paese, senza fermarlo del tutto. Si tratta di una decisione molto difficile, presa con lo scopo di contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia.

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