Dieci anni senza Steve Jobs: l’eredità di un insostituibile

Ricorre oggi il decimo anniversario della morte di Steve Jobs, fondatore di Apple e icona del mondo della tecnologia, scomparso all'età di 56 anni dopo la battaglia con il tumore al pancreas

Dieci anni senza Steve Jobs: l’eredità di un insostituibile

Era un uomo brillante, divenuto un’icona della Silicon Valley. Si compiono oggi dieci anni dalla morte di Steve Jobs, il creatore dell’impero Apple, un uomo che ha lasciato un segno indelibile nell’industria tecnologica. E’ scomparso all’età di 56 anni, il giorno dopo il lancio dell’iPhone 4s, dopo una battaglia contro il cancro al pancreas: era il 5 ottobre del 2011.

Settimane prima, precisamente il 24 agosto 2011, aveva salutato Apple. “Ho sempre detto che se fosse arrivato il giorno in cui non avrei più potuto adempiere ai miei doveri e alle mie aspettative come CEO di Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Sfortunatamente, quel giorno è arrivato “, scrisse. Dalla sua scomparsa, Apple ha intrapreso nuove strade sotto la guida di Tim Cook, pur mantenendo nel DNA l’impronta del suo co-fondatore.

Quando Jobs decise di cedere il ruolo di CEO di Apple a Tim Cook pochi mesi prima della sua morte, conosceva molto bene il suo successore e lo incoraggiò ad adottare il proprio approccio aziendale. La strategia di Cook è stata chiara e ben definita fin dall’inizio: consapevole di aver perso la creatività e la visione che Jobs aveva portato in azienda, il nuovo CEO si è concentrato sul rafforzamento e sul perfezionamento dei prodotti che il suo predecessore gli aveva lasciato, facendo guadagnare valore in borsa all’azienda di Cupertino, che è diventata la prima azienda statunitense a raggiungere il trilione di dollari nel 2018. Con lo scoppio della pandemia di COVID-19 lo scorso anno, questo numero è raddoppiato e ha superato i due miliardi, un traguardo che l’azienda ha mantenuto fino ad oggi.

La comunità tecnologica di Cupertino, nella Silicon Valley, e l’industria tecnologica in generale perdevano un uomo distinto, che non è stato solo la mente delle grandi innovazioni di Apple, ma ha segnato un nuovo modo di presentare i prodotti tecnologici. La biografia “Steve Jobs” di Walter Isaacson è stata scritta mentre era in vita, e racconta un Jobs sempre molto presente in ogni fase di creazione di un prodotto, mostrandosi duro con molte persone dei suoi team, sostenendo sempre le proprie convinzioni. La biografia di Isaacson sottolinea che coloro che hanno reagito male o sono rimasti delusi dal “suo stile” semplicemente non l’hanno capito. Jobs voleva avere il pieno controllo di tutto quello che succedeva. Ma questo gli ha causato vari conflitti con chi gli stava attorno. Inoltre, era una persona profondamente sensibile. Il libro rivela che Jobs ha pianto molto, anche in presenza di colleghi. Lo faceva quando era frustrato, arrabbiato, felice o commosso. Se le emozioni lo sopraffavano, le lasciava uscire.

Quando c’erano cose che non gli piacevano, lo diceva, senza filtri. E credeva che Android, il sistema operativo di Google, fosse un prodotto rubato dall’iPhone. Ha fatto causa al gigante della tecnologia e ha persino affermato: “Distruggerò Android, perché è un prodotto rubato. Sono disposto ad andare in una guerra termonucleare per questo. Sono spaventati a morte perché sanno di essere colpevoli“.

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