Il decreto Ristori 5 prevede uno stanziamento complessivo pari a 19 miliardi di euro nel 2020 e circa 8 miliardi di euro nel 2021. Il decreto dopo l’approvazione di martedì al Senato passa al vaglio della Camera. Tra i provvedimenti previsti di particolare rilievo c’è lo sconto sulle bollette di imprese e professionisti che rientrano nei codici Ateco previsti nel decreto ovvero quelle attività commerciali duramente colpite dalla pandemia.
Le voci ridotte nella bolletta saranno quelle riferite al trasporto e alla gestione del contatore e agli oneri generali di sistema. Vediamo nel dettaglio quali sono le altre principali novità introdotte dal decreto: stop alle rate dei mutui per la prima casa per tutto il 2021 (si tratta di una proroga rispetto a quanto previsto da Cura Italia e di liquidità).
Rimborso sui tagli degli affitti: provvedimento da attuare nei Comuni ad “alta tensione abitativa”, dove lo Stato restituirà il 50% dello sconto che i proprietari di immobili concederanno ai propri inquilini in difficoltà con il pagamento dei canoni di locazione. Lo sconto potrà raggiungere fino a 1.200 euro sui 12 mesi (il rimborso massimo è dunque pari a 100 euro al mese).
Fondo di recupero per chi ha carenze dovute alla didattica a distanza: è stato previsto uno stanziamento di 5,5 milioni, per l’organizzazione di corsi extrascolastici in presenza, al fine di sopperire a eventuali carenze formative legate alla didattica a distanza, potenziamento del trasporto pubblico locale, al fine di fronteggiare le esigenze di distanziamento e di rispetto delle altre norme anti-Covid.
Il decreto prevede che le Regioni e i Comuni possono stipulare convenzioni con aziende private di bus, titolari di licenza per l’esercizio del servizio di taxi e servizio di noleggio con conducente. Decontribuzione per l’apprendistato: riconosciuto ai datori di lavoro con meno di 9 dipendenti uno sgravio contributivo del 100% nei primi tre anni di contratto di apprendistato di primo livello, detassazione dei sussidi per i professionisti, ovvero i sussidi elargiti a tali categorie non concorreranno alla formazione del reddito imponibile.