Dati Ocse: “L’1% della popolazione italiana possiede il 14,3% della ricchezza”

I numeri forniti dall'Ocse, evidenziano come in Italia ci sia un'enorme disparità tra fascia più ricca e fascia più povera, mentre l'indebitamento privato delle famiglie italiane è il migliore tra i Paesi Ocse.

Dati Ocse: “L’1% della popolazione italiana possiede il 14,3% della ricchezza”

Il 99% che campeggiava sugli striscioni di Occupy Wall Street si contrapponeva, appunto, all’1%, che rappresentava simbolicamente il potere e il denaro, gestito a discapito della stragrande maggioranza della popolazione. Eppure, a sentire i dati provenienti dall’Ocse, anche il termine ‘simbolicamente’ andrebbe tolto, visto che non si va poi così lontani dalla realtà a vedere in quell’1% la fetta di popolazione che può fare il bello e il cattivo tempo, almeno qui in Italia: l’1% della popolazione, la parte più benestante, possiede infatti il 14,3% della ricchezza nazionale, che corrisponde quasi al triplo di quanto possiede il 40% della popolazione più povera.

Qualcosa in più di una semplice disuguaglianza. E’ stata la crisi, peraltro, ad accentuare questa forbice, visto che ha colpito la fascia più debole di popolazione. Sempre secondo l’Ocse, tra il 2007 e il 2011 il 10% della fascia più povera della popolazione ha perso il 4% di reddito disponibile, mentre il 10% della fascia più ricca ha perso solo l’1%. In Italia, evidenziano i dati, c’è una pesante disomogeneità della distribuzione della ricchezza. I dati, che analizzano la popolazione in ‘quintili’ (ovvero a ‘pacchetti’ di 20%) in base al reddito, evidenziano come il 20% del primo quintile (primo inteso come fascia più ricca) possegga addirittura il 61,6% della ricchezza nazionale, mentre il secondo (un altro 20%, quindi), possiede il 20,9%; il restante 60% si divide quindi le briciole: il 17,4% della ricchezza, con l’ultimo quintile che possiede solo lo 0,4%. Addirittura, il 5% più ricco possiede quasi un terzo (32,1%) della ricchezza nazionale.

La ricchezza dipende anche dal tipo di contratto: per i precari, c’è un tasso di povertà del 26,6%, contro il 5,4% dei lavoratori stabili e il 38,6% dei disoccupati. Nel periodo 2007-2011, la povertà è salita di 3 punti percentuali. Una buona notizia, invece, arriva dai dati sull’indebitamento privato: l’Italia è il Paese Ocse con la minor percentuale di famiglie indebitate (25,2%), contro il 46,8% della Francia, il 47,4% della Germania, il 50,3% della Gran Bretagna e addirittura il 75,2% degli Stati Uniti.

 

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