Coronavirus: nel decreto "Cura Italia" un indennizzo di 600 euro per autonomi, professionisti e partite Iva

Con il decreto legge approvato nella giornata di ieri dal Consiglio dei Ministri arrivano importanti novità per autonomi, professionisti senza cassa e partite Iva. Previsto un indennizzo mensile da 600 euro.

Coronavirus: nel decreto "Cura Italia" un indennizzo di 600 euro per autonomi, professionisti e partite Iva

L’approvazione del decreto legge “Cura Italia” porta a importanti aggiornamenti in favore dei lavoratori autonomi e di coloro che possiedono una partita Iva, così come per i liberi professionisti senza cassa. Il pacchetto di misure pensate dal Ministero del Lavoro per contrastare la grave emergenza sanitaria ed economica dovuta al Covid-19 fornisce infatti importanti garanzie reddituali verso un insieme di lavoratori che arriva a toccare i 5 milioni di persone.

Si tratta di autonomi, liberi professionisti che non risultano iscritti ad alcun Ordine, ma anche lavoratori iscritti alla gestione separata dell’Inps, oltre ad artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri. Nel gruppo rientrano anche i lavoratori stagionali del settore turistico, oltre a quelli del settore spettacolo e agli agricoli.

A tal proposito, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ricordato che “nessuno sarà lasciato indietro“, evidenziando che nel caso in cui la crisi dovuta al Coronavirus dovesse proseguire nelle prossime settimane le misure di sostegno decise dall’esecutivo saranno prorogate. Oltre a ciò, il governo ha previsto l’istituzione di un Fondo destinato a garantire il reddito di ultima istanza, con una dotazione da 300 milioni di euro. In questo modo sarà data copertura agli indennizzi.

Partite Iva e autonomi: ecco i requisiti per percepire l’indennità da 600 euro

In base al testo del decreto, al fine di percepire l’indennità da 600 euro prevista dal governo bisogna risultare attivi alla data del 23 febbraio 2020 all’Inps, non risultando titolari di pensione. Le domande vanno inviate all’ente, che verifica i requisiti ed eroga l’indennità. Quest’ultima non concorre alla formazione del reddito.

Lo stesso Istituto pubblico di previdenza provvederà ad effettuare il monitoraggio delle pratiche al fine di garantire il rispetto del limite di spesa previsto all’interno del decreto legge. Al momento il riconoscimento del contributo economico è previsto per un massimo di tre mesi e non è cumulabile con altre tipologie di indennità.

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