Consumi: ancora in calo, specie non food

Consumi ancora in calo e le previsioni non sono rosee.

Consumi: ancora in calo, specie non food

Calano le vendite al dettaglio nel mese di maggio dell’1,1% rispetto al 2012, con un calo dall’inizio dell’anno del 3%.

L’Istat attesta che si tratta dell’undicesimo calo mensile di fila. Si tratta di una flessione più o meno generale che coinvolge settori diversi: giornali, cartoleria, giocattoli, farmaci, elettrodomestici, calzature. Stagna la profumeria, come sostanzialmente gli alimentari.

Un balzo dell’1,8% invece per smartphone e tablet, beni per il momento a prova di crisi. Il commercio di piccole e medie dimensioni è quello più colpito, come in realtà accade da parecchio tempo. Piccole imprese calano del 2,3 %; stazionaria invece la grande distribuzione.

In generale non ci sono ovvimante segni di ripresa dei consumi ne loro complesso, anzi. Con i prossimi appuntamenti fiscali è prevedibile una ulteririore flessione per la perdita di potere di acquisto dei consumatori.

Da più parti si chiede al Governo di tagliare la spesa pubblica, anche per rianimare l’andamento dei consumi. E’ una idea strana, poiché ogni spesa che lo stato effettua è un reddito che diventa, appunto, consumi.

Non è possibili risollevare il commercio che stagna con dei tagli alla spesa, ma semmai con una spesa maggiore. Proprio quel genere di iniziative di politica economica che l’Italia non ha più il potere di adottare costretta dal vincolo esterno UE.

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