Con flat tax e decreto dignità si rischia l’esplosione di false partite iva

L'insieme dei nuovi provvedimenti avanzati dal governo giallo verde farebbe crescere in maniera esponenziale il rischio di un boom nell'apertura delle finte posizioni autonome.

Con flat tax e decreto dignità si rischia l’esplosione di false partite iva

L’unione della flat tax sulle nuove partite iva e delle misure contenute all’interno del cosiddetto Decreto Dignità potrebbe creare conseguenze gravi sul mondo del lavoro, anche se inizialmente non previste. Il rischio secondo gli esperti del settore delle risorse umane, è infatti di ottenere paradossalmente l’effetto opposto a quello voluto, ovvero di favorire la crescita del precariato.

Il fenomeno sarebbe correlato alla convenienza di aprire false posizioni autonome. Il fine è rendere meno oneroso il costo per le aziende e di alleggerire il prelievo per i dipendenti, ottenendo un leggero aumento rispetto a quanto non si sarebbe normalmente percepito in busta paga. La questione è stata rilevata in particolare dall’Associazione italiana dei direttori del personale, cioè da coloro che si occupano internamente alle aziende di amministrare le HR.

Decreto dignità e Flat tax: ecco perché insieme potrebbero creare problemi

Entrando nello specifico della questione, con l’avvio del Decreto Dignità prende forma una riduzione del tempo utile per il contratto determinato, che passa dai tre ai due anni. A questo si aggiunge l’obbligo di indicare una causale dal secondo anno e l’aumento dei costi legati al rinnovo del contratto per il datore di lavoro.

Al contempo la flat tax porterà ad una detassazione delle partite iva che adotteranno il regime forfettario, con una trattenuta fissa del 15% fino al raggiungimento di 65mila euro di fatturato, percentuale che sale al 20% fino a 100mila euro. La misura è in corso di avvio nella prossima legge di bilancio 2019, ed in combinato con il decreto dignità potrebbe portare ad un aumento del turn over dei lavoratori a termine, che potrebbero essere rimpiazzati da lavoratori autonomi allo scadere dei due anni di collaborazione. Oltre a ciò, si rischia di rendere ancora più conveniente per il datore di lavoro ed al contempo per il lavoratore la via della partita iva rispetto alla tradizionale assunzione.

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