Cassa Integrazione e pagamento tredicesima 2020, pesa l’effetto Covid: tagli fino all’80%

L’allarme di Unimpresa sui consumi di Natale 2020: il Covid falcia il pagamento della tredicesima mensilità per chi ha beneficiato della cassa integrazione.

Cassa Integrazione e pagamento tredicesima 2020, pesa l’effetto Covid: tagli fino all’80%

Tra gli effetti della crisi economica dettata dal Coronavirus c’è anche il taglio dei pagamenti legati alla tredicesima mensilità 2020 per i lavoratori che hanno beneficiato della cassa integrazione. Il fenomeno sembra destinato ad avere inevitabili effetti anche sui consumi di fine anno, visto che la mensilità aggiuntiva viene generalmente utilizzata dagli italiani per sostenere le spese legate alle feste natalizie.

A evidenziare il legame tra cassa integrazione covid e tredicesima mensilità è l’ufficio studi Unimpresa. All’interno di un dettagliato documento i tecnici si allineano sostanzialmente con quanto era stato già evidenziato nelle scorse settimane dalla Cgia di Mestre. Secondo le stime, l’effetto sulla busta paga aggiuntiva corrisponde mediamente ad una riduzione di 100 euro per ogni mensilità di utilizzo della Cig.

Cassa integrazione Covid, come varia il peso sulla tredicesima 2020

Ovviamente è importante sottolineare che le stime riguardano indicazioni spannometrici. Nello specifico, molto cambierà in base alla situazione effettiva del singolo lavoratore, con tagli fino all’80% della tredicesima. Infatti, l’importo della mensilità dipende fortemente dalla misura della cassa integrazione alla quale ha fatto ricorso il datore di lavoro.

Nel caso peggiore il riverbero appare però evidente, perché le ore di Cig non concorrono al calcolo dei mesi effettivamente lavorati (la tredicesima si calcola su questi ultimi, non tenendo conto dei  periodi di cassa). Si viene così a concretizzare una doppia perdita, visto che lo stipendio risulta più basso nei mesi di fruizione e che l’impatto sulla mensilità aggiuntiva comporta un ulteriore taglio dell’assegno.

Secondo Unimpresa, il fenomeno si aggiunge ai costi occulti che vanno a pesare sulle stesse aziende. Questo perché per le stesse vi sono ulteriori oneri stimati attorno alle 400-500 euro per dipendente, legati ai contributi aggiuntivi che si rendono necessari per la  sospensione dell’attività e il finanziamento degli ammortizzatori sociali. Tutto ciò in un contesto nel quale vige il divieto di licenziamento, stante che i tagli di posti di lavoro che si renderanno inevitabili risultano solo rimandati alla prima parte del 2021.

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